La seada, dolce di Sardegna
Scopriamo la seada, dolce tipico della tradizione di Sardegna
Vincenzo Ugliano 01/11/2018 0
La seada nella tradizione di Sardegna rappresenta uno dei dolci più tipici dell'isola. Sul territorio sardo, infatti, è prodotta un po'ovunque.
Al giorno d'oggi è considerata un dolce a tutti gli effetti ma originariamente rientrava a far parte dei pasti principali tant'è che poteva sostituirsi ad un secondo piatto.L'origine della seada è da ricondursi alle zone più rurali ove persiste una tradizione pastorale ancora oggi presente e molto viva come la Gallura, l'Ogliastra, la Barbagia, il Campidano e il Logudoro.
Varie sono le modalità attraverso la quale viene prodotta ma la preparazione è contraddistinta soprattutto da due varianti: con formaggio cotto o con formaggio crudo.
Gli ingredienti principali sono costituiti da semola, strutto, miele, formaggio e non di rado si usa la scorza di limone per conferire un'aroma più particolare. In genere viene adoperato il pecorino come da tradizione ma possono essere utilizzati anche i formaggi vaccini per farcire la sfoglia.
La seada è un dolce fritto e và consumato fresco. E' importante che la sfoglia venga immersa nel miele liquido che generalmente viene scaldato in un pentolino.
Il dolce viene accompagnato da vini come il Vermentino di Sardegna o dal liquoroso Anghelu Ruju.
Lasciatevi dunque deliziare al termine di un pasto da questa specialità ripiena di formaggio e cosparsa di miele.
Una vera bontà anche per i palati più esigenti.
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Ersilia Cacace 06/02/2024
Pizza napoletana vs pizza contemporanea: la grande sfida
Pizza napoletana e pizza contemporanea: queste due tipologie di pizza negli ultimi anni sono state messe continuamente a confronto, criticate ed amate dai cultori della pizza.
Ma innanzitutto bisogna specificare cosa s'intende per pizza napoletana e per pizza contemporanea.
La pizza napoletana non è altro che la strafamosa pizza classica, rotonda, sottile, morbida (da non confondere con la pizza romana che è molto simile nell'aspetto ma decisamente più scrocchiarella); vede la luce, ufficialmente, negli ultimi anni dell'Ottocento, grazie al grande successo ottenuto dalla pizza dedicata alla regina Margherita. Pomodoro, mozzarella, basilico e un filo d'olio: i colori della bandiera italiana trasferiti su un disco di pasta.
Speifichiamo che non è questo il momento in cui viene inventata la pizza, ma quello in cui avviene un vero e proprio exploit che la rende così famosa e apprezzata non solo dal popolo da da ogni fascia della società (già prima esistevano pizza come la marinara, con pomodoro, olio e origano).
Questa pizza segue un vero e proprio disciplinare, istituito dall'AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), al cui interno sono indicati i parametri per l'esecuzione della pizza napoletana DOC, ad esempio il peso del panetto, il diametro del disco di pasta e così via.
Nei primi anni del decennio scorso vediamo la nascita di un nuovo stile di pizza, non solo nella forma ma anche nella sua preparazione: la cosa che più salta ad occhio, e che subito la pone come "antagonista" della vecchia scuola è il suo cornicione alto ed alveolato, che le fa prendere il simpatico nome di pizza "canotto".
La pizza contemporanea porta una vera e propria rivoluzione nel mondo pizza: ai più, in un primo momento,suscita una forte critica perché lontana dall'amata pizza tradizionale. La maggior parte dei pizzaioli si schiera immediatamente in difesa della tradizione, prendendo le distanze da quei pochi che invece si buttano in questa nuova avventura.
E hanno fatto bene, perché negli anni successivi si è visto un vero e proprio boom di questo nuovo modo di concepire e fare pizza.
Il grande merito apportato dalla pizza contemporanea è sicuramente quello di aver introdotto all'interno della pizzeria prodotti di qualità di gran lunga superiore rispetto a quanto si facesse fino a poco prima con la pizza napoletana: la novità non stava solo nella nuova forma data alla pizza, ma soprattutto nello studio e nella realizzazione di nuovi impasti, più digeribili, con lievitazioni più lunghe, e con l'utilizzo di prodotti ricercati, a km zero, accostati in maniera "gourmet", cioè in modo che potessero riprodurre sapori nuovi, più elaborati e più vicini al mondo della ristorazione.
Infatti non sono stati pochi i pizzaioli, napoletani e contemporanei se così possiamo definirli, che si sono avvalsi della consulenza di chef di alto calibro per la realizzazione dei topping per le pizze dei loro menu.
Menu che poi pian piano son diventati stagionali, rispettando il ciclo naturale dei prodotti dell'orto, abolendo sempre più prodotti in scatola, conservati e surgelati.
Una grande rivoluzione, in meglio, non solo per la pizza contemporanea ma anche per la napoletana; quest'ultima infatti, quasi come per "fronteggiare" l'attacco nemico, decide di mettersi sui libri: restare ancorati alla tradizione sì, ma perfezionando tutto ciò che poteva essere migliorato (lievitazione, idratazione, digeribilità, qualità degli ingredienti e accostamenti più originali oltre ai soliti classici).
Ebbene, proprio quando sembrava che la pizza contemporanea avesse ormai surclassato la pizza napoletana, ecco che succede l'imprevedibile: alcuni pizzaioli fedelissimi alla contemporanea decidono di proporre nelle loro pizzerie anche la versione "a rota e' carretta", a ruota di carro, ovvero quella loro stessa pizza stesa però alla napoletana, a bordi bassi.
Succede che i clienti, anche quelli totalmente assuefatti dalla contemporanea, quasi immemori dell'esistenza della pizza alla napoletana, vengono tentati dal riprovare quella pizza a cui erano tanto affezionati fino a una decina d'anni prima ma rivoluzionata, più digeribile e più variabile nella sua proposta.
Un successo che probabilmente nemmeno gli stessi pizzaioli che hanno dato vita a questo revival si aspettavano, e che ha visto il pullulare di nuove apertura di pizzerie "alla napoletana" in un panorama campano (più casertano e un po' meno partenopeo) a prevalenza contemporaneo.
Dunque, quale sarà adesso la prossima evoluzione della pizza? Potremmo dire che grazie a questo forte recupero della napoletana, la partita si trova attualmente sul'1 a 1, ma chi vincerà questa sfida?
Ai posteri l'ardua sentenza; noi nel frattempo ci gustiamo una pizza, ma non importa se sia con o senza bordi, l'importante è che sia buona!
Vincenzo Ugliano 19/07/2019
Sapore unico: il pane dei Camaldoli
Questo tipo di pane ha una tradizione antichissima e rappresenta sicuramente una delle tante testimonianze appartenenti alla cucina campana ed in particolare a quella napoletana.
Ersilia Cacace 13/09/2021
Tagliatelle con crema di parmigiano e funghi porcini: la ricetta
Tagliatelle e funghi porcini, di per sé, già creano un connubio perfetto; se poi uniamo l’intenso sapore del parmigiano, allora dovrete essere pronti a un momento di pura goduria!
Che sia estate, inverno, primavera o autunno, la voglia di pasta non passa mai, ne’ col caldo tantomeno col freddo!
Se siete pastalover come noi, non potrete non apprezzare la ricetta che vi suggeriamo oggi: un piatto che si fa piacevolmente amare in qualsiasi periodo dell’anno, semplice e veloce da realizzare anche per i più allergici ai fornelli!
Le tagliatelle sono da sempre uno dei formati di pasta lunga più amata non solo dagli italiani ma in tutto il mondo (inoltre, contrariamente a quanto si pensi, la pasta lunga vede le sue origini in terra orientale e non nella nostra bell’Italia, così come molti si ostinano a rivendicare).
Il parmigiano reggiano, a braccetto con la pasta, è uno dei prodotti gastronomici italiani più imitato al mondo (secondo, forse, solo alla mozzarella di bufala campana), che ben si sposa con qualsiasi tipo di preparazione, nonché in uno splendido assolo su tagliere, accompagnato da deliziose marmellate ed una buona bottiglia di vino.
I funghi porcini, infine, sono una specialità che la natura ama regalarci nel periodo autunnale, attirando tantissime persone in una “caccia” spietata per boschi e montagne ogni weekend. Numerose sono le sagre ad essi dedicati, proprio a sottolineare la grande valenza di questo prodotto a livello culinario.
Ma basta chiacchiere: dopo questa piccola analisi sui prodotti che abbiamo selezionato per la ricetta, passiamo subito agli ingredienti e alla preparazione!
(La ricetta che oggi vi proponiamo è ispirata a quella proposta dalla foodblogger Rosa Casalino aka @macchefood su Instagram).
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
- 400 g di tagliatelle
- Sale q.b.
- Funghi porcini (a vostra discrezione)
- 40 g di Olio Extravergine d'Oliva
- 30 g di Burro
- 1 spicchio di Aglio
- q.b. di Vino Bianco Secco
- q.b. di Sale Fine
- q.b. di Pepe Nero
Per la Crema al Parmigiano:
- 250 ml di Latte Intero
- 100 g di Parmigiano Reggiano Grattugiato
- 25 g di Burro
- 25 g di Farina 00
TAGLIATELLE CON CREMA DI PARMIGIANO E FUNGHI PORCINI: PREPARAZIONE
In una padella antiaderente facciamo scaldare l'olio e il burro. Quando quest'ultimo sarà completamente sciolto, aggiungiamo l'aglio e lo lasciamo dorare. Successivamente lo eliminiamo dalla padella e aggiungiamo i funghi, sfumandoli con vino bianco e lasciando evaporare i liquidi in eccesso.
Ricordiamo di fare tutto questo procedimento tenendo il fuoco al minimo, poi regoliamo di sale a piacere, aggiungiamo un pizzico di pepe e proseguiamo la cottura per altri 5 minuti.
Per adesso lasciamo i funghi e passiamo a preparare la crema di Parmigiano.
In un pentolino mettiamo a scaldare il latte, facendo attenzione che non arrivi a bollore.
Nel frattempo facciamo sciogliere il burro in un altro pentolino e, quando sarà perfettamente sciolto, aggiungiamo (unendola con un setaccino) la farina, mescolando con una frusta per amalgamare ed eliminare i grumi.
Sempre continuando a mescolare con la frusta aggiungete il latte caldo a filo. Adesso abbassiamo la fiamma e aspettiamo che lentamente arrivi ad ebollizione, proseguendo la cottura fino ad ottenere una crema densa, liscia ed omogenea.
Ora è il turno del parmigiano, che aggiungeremo a pioggia, mescolando con forza per farlo sciogliere ed amalgamare agli altri ingredienti. Continuiamo a cuocere fino ad ottenere una crema omogenea e della densità che più ci piace.
Manca solo la pasta! Mettiamo a cuocere in abbondante acqua leggermente salata le tagliatelle, avendo cura di scolarle al dente.
Una volta pronta la pasta la aggiungiamo direttamente nella padella con i funghi, mescolando per amalgamare, ed in seguito la crema di Parmigiano, continuando a mescolare finché non sarà il tutto perfettamente mantecato.
Il nostro piatto è pronto!
Se siete alla ricerca di altre ricette dedicate ai primi piatti potete visitare la nostra sezione BLOG!
Alla prossima ricetta!
(Photo credit: @macchefood on Instagram)