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Ersilia Cacace 22/08/2024 0

Orecchiette alla crudaiola: il piatto ideale dell'estate

Orecchiette alla crudaiola: il piatto ideale per l'estate!

L'hai mai provato? Se la risposta è negativa, prendi carta e penna oppure più semplicemente condividi questo articolo per conservare la ricetta!

Le orecchiette sono un formato di pasta tipico della regione Puglia, e si trovano sia nella variante fresca nel banco frigo che secca sugli scaffali del supermercato. In questa preparazione fredda aggiungeremo tutti prodotti a crudo per condire questa gustosissima pasta, che come vedrai si prepara davvero in pochi e semplicissimi passaggi!

Orecchiette alla crudaiola: la ricetta

Per preparara le orecchiette alla crudaiola ti serviranno davvero pochissimi ingredienti! In questa versione che ti proponiamo accompagniamo le orecchiette con pomodorini freschi, basilico fresco, olio extra vergine d'oliva (sempre a crudo), burrata (altro prodotto tipicamente pugliese), un cucchiaio di pesto e granella di pistacchio!

Ma basta perderci in chiacchiere! Di seguito troverai tutti gli ingredienti e il procedimento!

Orecchiette alla crudaiola: ingredienti per 2 persone

250g di orecchiette fresche

1 burrata di circa 250g

1 ciuffo di basilico

20g di granella di pistacchi

1 cucchiaio di pesto

200g di pomodorini (va bene qualsiasi tipologia di pomodorino, in base alla tua preferenza)

Orecchiette alla crudaiola: procedimento

Per preparare le nostre orecchiette alla crudaiola innanzitutto mettiamo a cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Una volta pronte, le scoliamo e le mettiamo in una zuppiera.

Aggiungiamo un filo d'olio extravergine d'oliva e mescoliamo.

Prendiamo i pomodorini, li laviamo e li tagliamo a piccoli pezzi, poi li aggiungiamo nella zuppiera. Spesso procedimento con il cucchiaio di pesto, la granella di pistacchi e il basilico. Mescoliamo tutto energicamente per far sì che tutti gli ingredienti vengano ben amalgamati.

Infine tocca alla burrata: se preferisci servire un piatto più scenografico ed instagrammabile, puoi metterla al centro del piatto leggermente tagliata, altrimenti puoi precedentemente tagliarla e mescolarla insieme agli altri ingredienti.

Le nostre orecchiette alla crudaiola sono pronte! Non ti resta che gustarle in compagnia di chi ami!

Per altre gustose ricette e curiosità puoi visitare il nostro BLOG!

Ersilia Cacace

Photocredit: Cucinandomelagodo

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 06/02/2024 0

Pizza napoletana vs pizza contemporanea: la grande sfida

Pizza napoletana e pizza contemporanea: queste due tipologie di pizza negli ultimi anni sono state messe continuamente a confronto, criticate ed amate dai cultori della pizza.

Ma innanzitutto bisogna specificare cosa s'intende per pizza napoletana e per pizza contemporanea.

La pizza napoletana non è altro che la strafamosa pizza classica, rotonda, sottile, morbida (da non confondere con la pizza romana che è molto simile nell'aspetto ma decisamente più scrocchiarella); vede la luce, ufficialmente, negli ultimi anni dell'Ottocento, grazie al grande successo ottenuto dalla pizza dedicata alla regina Margherita. Pomodoro, mozzarella, basilico e un filo d'olio: i colori della bandiera italiana trasferiti su un disco di pasta.

Speifichiamo che non è questo il momento in cui viene inventata la pizza, ma quello in cui avviene un vero e proprio exploit che la rende così famosa e apprezzata non solo dal popolo da da ogni fascia della società (già prima esistevano pizza come la marinara, con pomodoro, olio e origano).

Questa pizza segue un vero e proprio disciplinare, istituito dall'AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), al cui interno sono indicati i parametri per l'esecuzione della pizza napoletana DOC, ad esempio il peso del panetto, il diametro del disco di pasta e così via. 

Nei primi anni del decennio scorso vediamo la nascita di un nuovo stile di pizza, non solo nella forma ma anche nella sua preparazione: la cosa che più salta ad occhio, e che subito la pone come "antagonista" della vecchia scuola è il suo cornicione alto ed alveolato, che le fa prendere il simpatico nome di pizza "canotto".

La pizza contemporanea porta una vera e propria rivoluzione nel mondo pizza: ai più, in un primo momento,suscita una forte critica perché lontana dall'amata pizza tradizionale. La maggior parte dei pizzaioli si schiera immediatamente in difesa della tradizione, prendendo le distanze da quei pochi che invece si buttano in questa nuova avventura.

E hanno fatto bene, perché negli anni successivi si è visto un vero e proprio boom di questo nuovo modo di concepire e fare pizza.

Il grande merito apportato dalla pizza contemporanea è sicuramente quello di aver introdotto all'interno della pizzeria prodotti di qualità di gran lunga superiore rispetto a quanto si facesse fino a poco prima con la pizza napoletana: la novità non stava solo nella nuova forma data alla pizza, ma soprattutto nello studio e nella realizzazione di nuovi impasti, più digeribili, con lievitazioni più lunghe, e con l'utilizzo di prodotti ricercati, a km zero, accostati in maniera "gourmet", cioè in modo che potessero riprodurre sapori nuovi, più elaborati e più vicini al mondo della ristorazione.

Infatti non sono stati pochi i pizzaioli, napoletani e contemporanei se così possiamo definirli, che si sono avvalsi della consulenza di chef di alto calibro per la realizzazione dei topping per le pizze dei loro menu

Menu che poi pian piano son diventati stagionali, rispettando il ciclo naturale dei prodotti dell'orto, abolendo sempre più prodotti in scatola, conservati e surgelati.

Una grande rivoluzione, in meglio, non solo per la pizza contemporanea ma anche per la napoletana; quest'ultima infatti, quasi come per "fronteggiare" l'attacco nemico, decide di mettersi sui libri: restare ancorati alla tradizione sì, ma perfezionando tutto ciò che poteva essere migliorato (lievitazione, idratazione, digeribilità, qualità degli ingredienti e accostamenti più originali oltre ai soliti classici).

Ebbene, proprio quando sembrava che la pizza contemporanea avesse ormai surclassato la pizza napoletana, ecco che succede l'imprevedibile: alcuni pizzaioli fedelissimi alla contemporanea decidono di proporre nelle loro pizzerie anche la versione "a rota e' carretta", a ruota di carro, ovvero quella loro stessa pizza stesa però alla napoletana, a bordi bassi. 

Succede che i clienti, anche quelli totalmente assuefatti dalla contemporanea, quasi immemori dell'esistenza della pizza alla napoletana, vengono tentati dal riprovare quella pizza a cui erano tanto affezionati fino a una decina d'anni prima ma rivoluzionata, più digeribile e più variabile nella sua proposta.

Un successo che probabilmente nemmeno gli stessi pizzaioli che hanno dato vita a questo revival si aspettavano, e che ha visto il pullulare di nuove apertura di pizzerie "alla napoletana" in un panorama campano (più casertano e un po' meno partenopeo) a prevalenza contemporaneo.

Dunque, quale sarà adesso la prossima evoluzione della pizza? Potremmo dire che grazie a questo forte recupero della napoletana, la partita si trova attualmente sul'1 a 1, ma chi vincerà questa sfida?

Ai posteri l'ardua sentenza; noi nel frattempo ci gustiamo una pizza, ma non importa se sia con o senza bordi, l'importante è che sia buona!

Ersilia Cacace

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 16/04/2021 0

Gnocchi alla sorrentina: la ricetta

Gli gnocchi alla sorrentina rappresentano uno dei primi piatti più amati dagli italiani, dagli adulti ma soprattutto dai più piccoli! Un piatto che richiama sin dal nome la cucina campana ed in particolare quella della costiera sorrentina: un caldo tegamino pieno di gnocchi fatti a mano viene condito con ragù napoletano ed abbondante mozzarella, che diventa super filante. Si tramanda che nel 1600 a Sorrento, in una locanda di piazza Tasso, un cuoco ebbe la geniale idea di utilizzare le patate, da poco arrivate come novità dall'America, lessandole ed impastandole con farina ed acqua e ne formò dei piccoli tocchetti di pasta rotondeggianti, meravigliato dalla grandiosa morbidezza di quell'impasto, mai raggiunta prima. Fu poi utilizzato il pomodoro, un'altra novità dal nuovo mondo, per condire gli gnocchi.

Se non avete mai realizzato a casa gli gnocchi alla sorrentina, è arrivato il momento di farlo! Vi lasciamoingredienti e procedimento e ci raccomandiamo, come sempre, di condividere l'articolo per non perderlo di vista!

 

INGREDIENTI

- 1kg di patate

- 300g di farina

- 1 uovo

- sale q.b.

- ragù napoletano (per la ricetta clicca qui)

- 1 fior di latte o provola

- parmigiano reggiano grattugiato q.b.

 

 

GNOCCHI ALLA SORRENTINA: PREPARAZIONE

Innanzitutto prendiamo le patate (possibilmente bianche), le lessiamo per circa 30 minuti con tutta la buccia, quindi sbucciate e schiacciate quando sono ancora calde. in una ciotola grande aggiungiamo farina, sale, uovo e iniziamo a. impastare, spostandoci poi su un piano. Quando l'impasto sarà bello corposo, lo dividiamo in più parti e di ogni pezzo formiamo un salsicciotto: dopo aver ben infarinato il piano, procediamo a tagliare a tocchetti i nostri salsicciotti. Intanto avremo messo a bollire un pentolone d'aqua con in aggiunta un filo d'olio (per evitare che gli gnocchi possano attaccarsi a inizio cottura) e man mano procediamo a calarli in cottura appena l'acqua avrà raggiunto il punto di bollore.

Gli gnocchi saranno pronti quando torneranno a galla, quindi li alziamo un po' alla volta con l'aiuto di una schiumarola e li aggiungiamo direttamente nella pentola col ragù, mescolando bene per incorporare bene il sugo.

Una volta terminata la cottura, passiamo a riempire ogni tegamino: prima poniamo un paio di cucchiai di ragù, poii nostri gnocchi, fior di latte o provola a cubetti e mescoliamo; una spolverizzata di parmigiano reggiano grattugiato e via in forno a 180° per circa 15/20 minuti.

I nostri gnocchi alla sorrentina al tegamino sono pronti! Buon appetito!

 

Ersilia Cacace

 

(photo credit: Ersilia Cacace per @lacontradaditonyofficial Pozzuoli -NA)

 

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 29/01/2021 0

Crostata allo yogurt e Nutella

Crostata allo yogurt e Nutella: una variante altrettanto gustosa della classica ricetta di pasta frolla e cioccolato più famosa di sempre!

Lo yogurt verrà aggiunto alla preparazione della pasta frolla, mentre la Nutella la farà da protagonista come farcitura. Noi abbiamo optato per uno yogurt al limone che doni quel leggero aroma fresco alla pasta frolla, ma potrete sceglierlo al gusto che più desiderate, come arancia, agrumi, pistacchio e cosi via.

Passiamo subito alla ricetta: salvate l'articolo o inviatelo a chi dovrà prepararvi la crostata!

 

INGREDIENTI 

- 1 uovo

- 200g di zucchero

- 125g di yogurt intero al limone (o arancia o agli agrumi)

- 1 bustina di vanillina

- 450g di farina 

- 150g di burro

- 5g di lievito in polvere per dolci

- Nutella q.b.

 

CROSTATA ALLO YOGURT E NUTELLA: PROCEDIMENTO

 Lavorate il burro con la farina in modo da ottenere un composto sabbioso. Aggiungete lo zucchero e la vanillina e lavorare ancora. Incorporate il lievito, lo yogurt e l'uovo e lavorate il composto fino ad ottenere un panetto omogeneo.

Avvolgete in una pellicola trasparente la pasta frolla e fatela riposare in frigorifero per circa 30 minuti. Fatto ciò, stendete la pasta su una carta forno (lasciando un pezzetto di frolla da parte perché servirà per fare le strisce). Trasferite la sfoglia in una teglia di circa 24/26 centimetri di diametro, precedentemente imburrata ed infarinata.

Versate la Nutella nel guscio di pasta frolla e livellatela bene. Infine aggiungete la restante pasta frolla tagliata a strisce. Fate riposare in frigo la crostata per circa 30 minuti, poi infornare a 180° per circa 45 minuti.

La vostra crostata allo yogurt con Nutella è pronta!

Potrete trovare altre dolci ricette visitando la nostra sezione BLOG!

 

Ersilia Cacace

 

(Photo credit: @inventaricette)

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Ersilia Cacace 11/01/2021 0

Polpette al ragù: la ricetta

Polpette al ragù: una ricetta che non può e non deve mancare nel vostro ricettario!

Chi di noi, da bambino, non correva ogni domenica a casa delle proprie nonne e aspettava con ansia di rubare dal pentolone di ragù qualche bella polpetta? Le polpette al ragù sono sempre stato un piatto molto amato dai bambini, ma anche dai più grandi, soprattutto in virtù di questo dolce ricordo legato ai nostri momenti d'infanzia.

Per quanto possa essere una ricetta semplice e quasi "banale", ci è sembrato giusto dedicarle spazio perché al giorno d'oggi, presi dal lavoro e dalla vita frenetica, si è sempre più tendenti a trasvurare la cucina e quindi a trovarsi in difficoltà nel momento in cui si voglia preparare un piatto così semplice e tradizionale come le polpette, che siano o meno al ragù.

Per questo, dopo avervi già proposto tempo fa la ricetta del ragù napoletano,abbiamo deciso di suggerirvi anche questa ricetta, in modo tale da poterla salvare ai vostri preferiti e averla sempre a portata di mano ogni qualvolta avrete voglia di polpette!

Partiamo subito con ingredienti e preparazione!

 

INGREDIENTI per circa 4 persone

- 400g di carne macinata di manzo

- 150g mollica di pane raffermo

- 1 uovo

- 100g di parmigiano reggiano

- 1 aglio

- 1 rametto di prezzemolo

- sale q.b.

- 20g di pinoli

- 50gr uva passa

- 1 pizzico di pepe nero

 

POLPETTE AL RAGU': PROCEDIMENTO

Ammollate il pane in un recipiente, strizzatelo bene e mettetelo in una scodella con la carne macinata. Preparate un trito abbastanza fine di aglio e prezzemolo e aggiugetelo. Unite all'impasto l'uovo, aggiustate con un pizzico di sale e una macinata di pepe, quindi l'uva passa, i pinoli e insaporite l'impasto ulteriormente con parmigiano grattugiato. Lavorate bene con le mani il composto, in maniera tale da amalgamare bene tutti gli ingredienti tra di loro. A questo punto siete pronti per formare le polpette, prendendo un po' di impasto alla volta e donandogli una forma arrotondata.

Portate a temperatura in una padella l'olio per friggere: appena sarà ben caldo tuffate le polpette nell'olio bollente e lasciatele cuocere bene da tutti i lati, fino a raggiungere una leggera doratura. Appena raggiunta la cottura desiderata, alzatele con un mestolo, lasciate colare tutto l'olio in eccesso e ponetele su un piatto con carta assorbente. Una volta pronte, aggiungetele al ragù e lasciate che cuociano al suo interno per almeno 10/15 minuti: il tempo di lasciar insaporire ancora di più il vostro sugo!

Se la nostra ricetta vi è piaciuta, vi invitiamo a visitare il nostro BLOG per altre gustose ricette!

 

Ersilia Cacace 

 

 

 

 

 

 

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 18/11/2020 0

Pasta e patate con la provola

Pasta e patate con la provola: chi ne vuole un piatto?

La pasta e patate con la provola è un primo piatto particolarmente caro alla cucina partenopea, replicato sia dalle massaie che in tutte le trattorie che rispettano la cucina tradizionale napoletana.

Un piatto con ingredienti poveri, ma una vera bomba calorica. Infatti viene preparato soprattutto nei mesi freddi, e gustato bello bollente e con tanta provola filante.

Ma come si prepara la pasta e patate con la provola?

Di seguito vi lasciamo ingredienti e procedimento: prendete subito nota!

 

 

INGREDIENTI per 4 persone

 

 

 

 

PASTA E PATATE CON LA PROVOLA: PROCEDIMENTO

 

Pelate le patate e tagliatele a dadini, affettate la cipolla a velo, tritate il basilico e lavate i pomodorini. Fate imbiondire la cipolla in un'ampia padella con un filo d'olio, aggiungete ora le patate, il basilico e i pomodorini tagliati a metà, e fate insaporire per un paio di minuti.

Aggiungete il sale e ricoprite con l'acqua, quindi fate cuocere il tutto per una ventina di minuti.

Quando le patate sono cotte, allungate di abbastanza acqua da permettere poi la cottura della pasta. Quando ricomincia a bollire, calate la pasta e portate a cottura.

Schiacciate qualche cucchiaiata di patate per rendere la pasta e patate più cremosa.

A cottura ultimata, spegnete il fuoco e aggiungete il parmigiano grattugiato e la provola a cubetti.

Mescolate la pasta e patate fino a che la provola non risulterà filante.

Versate la pasta e patata con la provola nei piatti e mangiatela calda!

Se la ricetta vi è piaciuta, condividetela coi vostri amici e visitate la sezione BLOG per altre gustose ricette sia dolci che salate!

 

 

Ersilia Cacace

 

(Photo credit: @mariachiara_ventresino)

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 24/06/2020 0

Ragù Napoletano: storia, leggenda e preparazione

Il ragù napoletano è sicuramente il condimento più conosciuto della cucina napoletana; nonostante i lunghi tempi di preparazione, risulta uno dei piatti più frequentemente cucinati nelle case e nelle trattorie partenopee.

Il ragù napoletano risulta essere anche un piatto tipicamente festivo consistente nell'unione di carne di manzo tracchia di locena, cotta in salsa di pomodoro San Marzano, a fuoco molto lento.

Qual è l'origine del ragù? Secondo la leggenda, a Napoli alla fine del Trecento esisteva la Compagnia dei Bianchi di giustizia che percorreva la città a piedi invocando "misericordia e pace". La compagnia giunse presso il "Palazzo dell'Imperatore" tuttora esistente in via Tribunali, che fu dimora di Carlo, imperatore di Costantinopoli e di Maria di Valois figlia di re Carlo d'Angiò. All'epoca il palazzo era abitato da un signore scortese quanto crudele, a tal punto che tutti cercavano di evitare. La predicazione della Compagnia convinse la popolazione a rappacificarsi con i propri nemici, ma solo il nobile che risiedeva nel "Palazzo dell'Imperatore" decise di non accettare l'invito dei bianchi. Non cedette neanche quando il figliolo di tre mesi, in braccio alla balia sfilò le manine dalle fasce e incrociandole gridò tre volte: "Misericordia e pace". Il nobile era accecato dall'ira, serbava rancore e vendetta, e un giorno la sua compagna per ammorbidirlo gli preparò un piatto di maccheroni. La provvidenza riempì il piatto di una salsa piena di sangue. Finalmente, commosso dal prodigio, l'ostinato signore si riappacificò con i suoi nemici e vestì il bianco saio della Compagnia. Sua moglie, in seguito all'inaspettata decisione, preparò di nuovo i maccheroni, che anche quella volta, come per magia, divennero rossi. Quel misterioso condimento aveva un invitante profumo, molto intenso, e il signore nell'assaggiarlo trovò che era veramente buono e saporito. Lo chiamò così "raù" lo stesso nome del suo bambino.

In realtà il termine ragù deriva dal francese ragoût, che indica un tipo di cottura di carne e verdure, simile allo spezzatino. Bisogna inoltre ricordare che il pomodoro non arrivò in Europa prima della fine del XVI secolo.

 

Il ragù napoletano è decantato anche da Eduardo De Filippo in una sua poesia dal titolo, appunto: 'O rraù.

« 'O rraù ca me piace a me
m' 'o ffaceva sulo mammà.
A che m'aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun songo difficultuso;
ma luvàmmel' 'a miezo st'uso

Sì, va buono: comme vuò tu.
Mò ce avéssem' appiccecà?
Tu che dice? Chest'è rraù?
E io m' 'o mmagno pè m' 'o mangià...
M' 'a faje dicere 'na parola?...
Chesta è carne c' 'a pummarola»

(Eduardo, 'O rraù.)

 

Il ragù, come recita la poesia di Eduardo, non è la carne c' ‘a pummarola. Non è di facile realizzazione e inoltre per essere saporito come quello della mamma del de Filippo richiede una lunghissima cottura. Attualmente si usa chiamare ragù un sugo di pomodoro nel quale si è cotta della carne. Il ragù, come recita Eduardo, veniva cotto su di una fornacella a carbone e doveva cuocere per almeno sei ore. La pentola in cui si dovrebbe cuocere è un tegame di rame, e per rimestarlo occorre la cucchiarella (il cucchiaio di legno). Il ragù napoletano è il piatto tipico domenicale e base per altre pietanze altrettanto saporite, come ad esempio la tipica lasagna che a Napoli viene preparata con una grande quantità di ingredienti durante il periodo di Carnevale. 

 

Qual è la ricetta? Ve la lasciamo di seguito!

 

INGREDIENTI

  • 1 kg di Muscolo Di Manzo
  • 2 cipolle medie
  • 2 litri di passata di pomodoro
  • 200 g di olio d'oliva
  • tracchiulelle (costine di maiale)
  • 1/4 di litro di vino rosso preferibilmente di Gragnano
  • basilico
  • sale q.b.

 

RAGU' NAPOLETANO: PREPARAZIONE

È consigliabile prepararlo un giorno prima mettendo la carne nel tegame, unitamente alle cipolle affettate sottilmente e all'olio. Carne e cipolla dovranno rosolare insieme: la prima facendo la sua crosta scura, le seconde dovranno man mano appassire senza bruciare. Per ottenere questo risultato, bisogna rimanere attaccati ai fornelli, pronti a rimestare con la cucchiarella di legno, e irrorare con il vino, appena il sugo si sarà asciugato: le cipolle si dovranno consumare, fino quasi a dileguarsi. Quando la carne sarà diventata di un bel colore dorato, sciogliete il cucchiaio di conserva nel tegame e aggiungete la passata di pomodoro. Salate a piacere e mettete a cuocere a fuoco bassissimo: il ragù dovrà, come si dice a Napoli, "pippiare" o "pappuliare" e cioè dovrà sobbollire a malapena. A quel punto coprirete la pentola con un coperchio, ma senza chiuderlo del tutto. Il ragù dovrà cuocere per almeno tre ore, di tanto in tanto rimestatelo facendo attenzione che non si attacchi sul fondo della pentola.

In alcuni quartieri c'è la curiosa abitudine di aggiungere del cioccolato fondente al 70%, nella misura di 150 g su 5 litri, per correggere l'acidità dei pomodori.

Per la pasta, vi consigliamo di optare per i famosi ziti spezzati o comunque per delle tipologie di pasta corta.

Buon appetito!

 

 

 Photocredit: Tandem ragù Napoli

 

 

 

 

 

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 17/06/2020 0

Pizza napoletana in padella di Davide Civitiello

Durante la quarantena causa Covid-19, praticamente in ogni casa italiana ci si è messi con le mani in pasta per preparare la pizza homemade. Il perché è ovvio: noi italiani proprio non sappiamo rinunciare alla pizza: quindi ci siamo adeguati ed arrangiati in casa, attendendo con ansia la riapertura delle pizzerie. Adesso che finalmente sono riaperte, capita però di avere ancora quella voglia di stare a smanettare ai fornelli o di impastare per on perdere la manualità acquisita in questi mesi, che ha dato anche una certa soddisfazione. Ma il tempo ovviamente si è ridotto: abbiamo ripreso a lavorare, e i tempi per lunghe lievitazioni ed infornate non c'è più. Inoltre, si ha di nuovo la possibilità di condividere le serate assieme ad amici e parenti, e quindi è più alta la possibilità di visite improvvisate.

Cosa prepariamo in caso di emergenza? Qui ci viene in aiuto uno dei pizzaioli napoletani più famosi al mondo, Davide Civiliello, che ci propone la sua ricetta per una buona pizza napoletana in padella. Scopriamo subito come prepararla!

(In fondo all'articolo trovate il link alla videoricetta)

 

INGREDIENTI  x12

- 1 l di acqua

- 50 g di sale

- 2 g di lievito fresco

- 1 kg di farina 00 (I)

- 600 g di farina 00 (II)

- 15 g di zucchero semolato

- 50 g di olio evo (extravergine d'oliva)

 

PIZZA NAPOLETANA IN PADELLA: PROCEDIMENTO

In una grossa bacinella versiamo l'acqua, il sale, lo zucchero e iniziamo a sciogliere mescolando. Iniziamo ad aggiungere il primo kg di farina nell'acqua e i 2g di lievito fresco, che vanno aggiunti assieme alla farina e mai col sale e con l'acqua fredda: finalmente possiamo iniziare a mescolare il tutto. L'aggiunta dello zucchero non favorisce la lievitazione, ma ci aiuta solo nella colorazione dell'impasto durante la cottura.

Aggiungiamo i 50g di olio, e dopo un po' aggiungiamo anche la restante parte di farina (600g). Appena l'impasto ci sembrerà abbastanza solido, possiamo spostarci su un piano da lavoro. Lavoriamo l'impasto a due mani finchè non otteniamo un composto liscio, uniforme ed elastico, aggiungendo sempre un pizzico di farina sul banco per poter continuare ad impastare evitando che il composto si appiccichi. L'impasto deve essere lavorato per almeno 20 minuti a mano, per far sì che la maglia glutinica sia bella rigida e ci permetta di far lievitare bene il nostro panetto. Una volta liscio e corposo, copriamo il panetto con un canovaccio umido e lo lasciamo riposare per circa 40 minuti.

Dopo 40 minuti, siamo pronti per la stagliatura: con le mani sporche di farina, creiamo vari filoni dal nostro impasto, e creiamo panetti dello stesso peso per avere pizze uguali (vi suggeriamo l'uso della bilancia). Con 1l d'acqua otteremo dalle 8 alle 12 pizze da circa 250g: le copriamo con un panno umido o le mettiamo in un contenitore e lasciamo riposare 8/12 ore.

Trascorse le 12 ore, accendiamo prima di tutto il forno in modalità grill alla massima temperatura, poi accendere anche il fuoco sotto la padella. Fase molto importante per la pizza napoletana in padella è la stesura: dobbiamo sempre spingere, a mani incrociate, dal centro verso il bordo, in modo tale che l'aria si sposti verso il cornicione. 

Per condire usiamo pomodoro pelato, fior di latte, parmigiano, basilico e olio extravergine d'oliva. Poniamo prima il disco sulla padella, poi la condiamo e una volta terminato il procedimento poniamo un coperchio. La cottura prevede 2 minuti in padella a fuoco medio e 1 minuto e mezzo in forno a grill. 

La nostra pizza napoletana in padella è pronta! Aggiungiamo un filo d'olio a crudo e poniamo in un piatto.

Fateci sapere se la ricetta vi è piaciuta!

Trovate il video completo sul canale YouTube Italia Squisita

 

 

 

 

Lingua non trovata:

Ersilia Cacace 10/06/2020 0

Parmigiana di melanzane, il contorno più amato dai napoletani

La parmigiana di melanzane è uno dei piatti della tradizione campana più amati di sempre. Una vera e propria esplosione di gusto e di bontà già dal primo morso, la parmigiana rappresenta un piatto "povero" del sud Italia, anche se non è per niente povero di calorie! Viene solitamente consumato come contorno, anche s epuò ritenersi un vero e proprio piatto unico, soprattutto se si segue la tradizione che vuole le melanzane impanate e fritte per ben due volte. Quindi si potrà ben immaginare quanto sia importante l'apporto calorico che derivi da questo piatto. Contorno che è stato poi fortemente rivalutato nel moderno street food e anche nel foodporn, inserendolo come contorno nei panini o sulla pizza.

Dopo averla mangiata a sazietà dalle vostre nonne, oltre a gustarla nei pub e in pizzeria, l'avete mai preparata a casa? Approfittiamo di questa verdura di stagione per poterla mangiare anche a casa, fatta come Dio comanda! Di seguito vi lasciamo ingredienti e procedimento: mettiamoci all'opera!

 

INGREDIENTI 

- 1,5 kg di melanzane

- 500g di fiordilatte

- 1/2 cipolla

- pepe nero q.b.

- sale fino q.b.

- 30g di sale grosso (per spurgare le melanzane)

- 1,5l di passata di pomodoro

- 150g parmigiano reggiano 

- olio evo q.b.

- qualche foglia di basilico

- olio di semi di arachide (per friggere le melanzane q.b.)

 

PARMIGIANA DI MELANZANE: LA RICETTA

Cominciamo lavando e asciugando le melanzane, eliminiamo il picciolo e affettiamo nel senso della lunghezza per ottenere delle fette spesse circa 4-5 mm. Disponiamo le fette in un colapasta e cospargiamo con sale grosso fino all'ultima fetta. Poniamo al di sopra del cumulo delle fette un peso, in modo tale che le melanzane possano eliminare tutta l'acqua che non ci aiuterebbe con la frittura. Lasciamo così per almeno un'ora, poi sciacquiamo e asciughiamo prima di utilizzarle. Intanto tagliamo a parte il fior di latte a fettine o a cubetti e mettiamo a scolarlo.

Passiamo quindi al sugo, mettendo un filo d'olio e la cipolla tritata in una pentola, facendola rosolare qualche istante. Quindi agigungiamo la passata, un bicchiere d'acqua e saliamo il tutto, lasciando cuocere per circa 45 minuti. A fine cottura aggiungiamo le foglie di basilico spezzettate.

Passiamo ora alla frittura: aggiungiamo abbondante olio di arachide in una padella e aspettiamo che si riscaldi. Immergiamo poche fette alla volta, e dopo la frittura le poniamo su carta assorbente, procedendo cosi con tutte le fette.  

Finalmente abbiamo tutto ciò che ci serve per la composizione!

Quindi prendiamo una pirofila di dimensioni 20x30 cm circa: sporchiamo prima con un po' di sugo, poi agigungiamo la prima fila di melanzane. Dopodichè aggiungiamo il fior di latte, il parmigiano e un pizzico di pepe chiudendo con un altro po' di sugo, e procediamo facendo altri strati di melanzane. Sull'ultimo strato versiamo la restante parte si dugo, poi inforniamo a 200° per circa 40 minuti. Una volta sfornata, facciamola assestare qualche istante prima di servire.

 

La nostra parmigiana di melanzane è pronta!

Lasciateci un commento per farci sapere se vi è piaciuta!

 

(Foto credit: reportageonline.it) 

 

 

 

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Ersilia Cacace 22/04/2020 0

Coronavirus: digitalizzazione e ristorazione

Ad oltre 40 giorni dall’inizio della quarantena è arrivato il momento di tirare le somme sul futuro prossimo.

Mentre in tutta Italia il lockdown ha arrestato bruscamente l’economia generale, concedendo però il delivery alle attività ristorative, in Campania è stata invece imposta la chiusura dal governatore Vincenzo De Luca. Gli atteggiamenti del governo campano non sono del tutto condannabili, in quanto c’è stata una situazione improvvisa alla quale non si sapeva come porre rimedio: esempio  lampante è costituito dalla serie di provvedimenti presi di volta in volta, come il lockdown prolungato di 15 giorni ogni 15 giorni, altrimenti (molto probabilmente) sarebbe stata una strage.

C’è anche da dire che il clima ci ha aiutato tantissimo (fortuna nella sfortuna), uno dei motivi per cui c’è stata differenza nelle gestione del virus con il Settentrione. L’avvicinarsi della bella stagione ha fatto la sua parte, così come la reciproca collaborazione tra cittadinanza e strutture sanitarie. Checché se ne dica, l’Italia ha rappresentato in questi mesi un esempio virtuoso a livello mondiale.

Certo, tutto molto lodevole fin qui.

Ma ora? Quali saranno le direttive del nostro governo? Quali saranno le strategie adottate per risollevare l’economia ormai morente della nostra nazione dopo un arresto così drammatico?

Dopo questo stop forzato, ci saranno vari step (le cosiddette “fasi”) che permetteranno alle diverse aziende, di volta in volta ed in maniera graduale, di riprendere la loro attività. Fabbriche, librerie e cartolibrerie, uffici e solo in coda a tute queste attività si ipotizza la totale riapertura al pubblico da parte delle attività ristorative, per le quali, come abbiamo detto, sono stati presi diversi provvedimenti da regione a regione.

Ma pare che le attività ristorative di tutta Italia, frementi per l’imminente riapertura,  possano finalmente tirare un sospiro di sollievo, grazie alla papabile possibilità di riprendere almeno con il delivery in tutte le regioni, ossia la consegna a domicilio (da non confondere con l’asporto, che al momento non è ancora contemplato). Come tutte le norme che vengono generalmente applicate, si tenterà di verificare quali risultati si possano ottenere, ma ovviamente tutto andrà rivisto strada facendo. La ristorazione offre lavoro a una quantità inimmaginabile di persone (se si volessero conteggiare anche gli impiegati a nero, le principali vittime di questa vicenda).

Quindi ci sarà sicuramente un’impennata del delivery, quasi come se fosse un’evoluzione naturale e necessaria della ristorazione (per dirla in forma darwiniana), ma non si può pensare di sostituire col delivery la food experience, la location, il personale e la convivialità: la ristorazione non era vista come necessità di andare a mangiare, ma come un piacevole momento che si svolge all’interno della cornice ristorativa.

Ed è qui che la digitalizzazione entra in gioco, stravolgendolo, rigirando le carte, ed assumendo un ruolo che fino ad ora sembrava solo opzionale e “faceva figo”.

Ora la digitalizzazione diventa quasi una via obbligata, visto lo stravolgimento sociale che stiamo attraversando, e che ci accompagnerà presumibilmente ancora per molto tempo. La scelta di adottare un menù digitale, che fino a qualche settimana fa poteva apparire come un servizio extra, è diventata improvvisamente necessaria.

Chi oserà più consultare un menù cartaceo all’interno di un’attività ristorativa? Ma ancor prima, quale sarà il modo di ordinare cibo a domicilio se non quello di consultare il menù digitale? Appare chiaro che in questi giorni la maggior parte delle attività, frementi per l’imminente apertura, si stiano attrezzando in questo senso. Piattaforme come Scoutmenu ci hanno visto lungo, cominciando a sviluppare soluzioni digitali per questo settore già da ben 4 anni.

La scelta di possedere un menù digitale, laddove prima risultasse un plus, si rivela ora imprescindibile per affrontare le varie fasi della ripresa economica, sia per il delivery, per l’asporto e soprattutto per il servizio ai tavoli.

Per quanto riguarda le altre misure di sicurezza ed igienico-sanitarie varate in questi giorni dal governo, non potremo non attenerci ad esse, considerando la curva dei contagi una volta entrati nella cosiddetta “FASE 2” e prendere atto delle diverse disposizioni, regolandosi di conseguenza.

Una cosa è certa: da Maggio fino a Dicembre ne vedremo delle belle.

 

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