1 risultati per coronavirus
Ersilia Cacace 22/04/2020 0
Coronavirus: digitalizzazione e ristorazione
Ad oltre 40 giorni dall’inizio della quarantena è arrivato il momento di tirare le somme sul futuro prossimo.
Mentre in tutta Italia il lockdown ha arrestato bruscamente l’economia generale, concedendo però il delivery alle attività ristorative, in Campania è stata invece imposta la chiusura dal governatore Vincenzo De Luca. Gli atteggiamenti del governo campano non sono del tutto condannabili, in quanto c’è stata una situazione improvvisa alla quale non si sapeva come porre rimedio: esempio lampante è costituito dalla serie di provvedimenti presi di volta in volta, come il lockdown prolungato di 15 giorni ogni 15 giorni, altrimenti (molto probabilmente) sarebbe stata una strage.
C’è anche da dire che il clima ci ha aiutato tantissimo (fortuna nella sfortuna), uno dei motivi per cui c’è stata differenza nelle gestione del virus con il Settentrione. L’avvicinarsi della bella stagione ha fatto la sua parte, così come la reciproca collaborazione tra cittadinanza e strutture sanitarie. Checché se ne dica, l’Italia ha rappresentato in questi mesi un esempio virtuoso a livello mondiale.
Certo, tutto molto lodevole fin qui.
Ma ora? Quali saranno le direttive del nostro governo? Quali saranno le strategie adottate per risollevare l’economia ormai morente della nostra nazione dopo un arresto così drammatico?
Dopo questo stop forzato, ci saranno vari step (le cosiddette “fasi”) che permetteranno alle diverse aziende, di volta in volta ed in maniera graduale, di riprendere la loro attività. Fabbriche, librerie e cartolibrerie, uffici e solo in coda a tute queste attività si ipotizza la totale riapertura al pubblico da parte delle attività ristorative, per le quali, come abbiamo detto, sono stati presi diversi provvedimenti da regione a regione.
Ma pare che le attività ristorative di tutta Italia, frementi per l’imminente riapertura, possano finalmente tirare un sospiro di sollievo, grazie alla papabile possibilità di riprendere almeno con il delivery in tutte le regioni, ossia la consegna a domicilio (da non confondere con l’asporto, che al momento non è ancora contemplato). Come tutte le norme che vengono generalmente applicate, si tenterà di verificare quali risultati si possano ottenere, ma ovviamente tutto andrà rivisto strada facendo. La ristorazione offre lavoro a una quantità inimmaginabile di persone (se si volessero conteggiare anche gli impiegati a nero, le principali vittime di questa vicenda).
Quindi ci sarà sicuramente un’impennata del delivery, quasi come se fosse un’evoluzione naturale e necessaria della ristorazione (per dirla in forma darwiniana), ma non si può pensare di sostituire col delivery la food experience, la location, il personale e la convivialità: la ristorazione non era vista come necessità di andare a mangiare, ma come un piacevole momento che si svolge all’interno della cornice ristorativa.
Ed è qui che la digitalizzazione entra in gioco, stravolgendolo, rigirando le carte, ed assumendo un ruolo che fino ad ora sembrava solo opzionale e “faceva figo”.
Ora la digitalizzazione diventa quasi una via obbligata, visto lo stravolgimento sociale che stiamo attraversando, e che ci accompagnerà presumibilmente ancora per molto tempo. La scelta di adottare un menù digitale, che fino a qualche settimana fa poteva apparire come un servizio extra, è diventata improvvisamente necessaria.
Chi oserà più consultare un menù cartaceo all’interno di un’attività ristorativa? Ma ancor prima, quale sarà il modo di ordinare cibo a domicilio se non quello di consultare il menù digitale? Appare chiaro che in questi giorni la maggior parte delle attività, frementi per l’imminente apertura, si stiano attrezzando in questo senso. Piattaforme come Scoutmenu ci hanno visto lungo, cominciando a sviluppare soluzioni digitali per questo settore già da ben 4 anni.
La scelta di possedere un menù digitale, laddove prima risultasse un plus, si rivela ora imprescindibile per affrontare le varie fasi della ripresa economica, sia per il delivery, per l’asporto e soprattutto per il servizio ai tavoli.
Per quanto riguarda le altre misure di sicurezza ed igienico-sanitarie varate in questi giorni dal governo, non potremo non attenerci ad esse, considerando la curva dei contagi una volta entrati nella cosiddetta “FASE 2” e prendere atto delle diverse disposizioni, regolandosi di conseguenza.
Una cosa è certa: da Maggio fino a Dicembre ne vedremo delle belle.