Specialità provenienti dalle regioni italiane

29 articoli nella categoria Specialità campane

Vincenzo Ugliano 21/01/2019 0

Un dolce dal sapore irresistibile: la delizia al limone

Ci troviamo ancora una volta in Campania, terra di passioni, bellezze artistiche e paesaggistiche; luogo nel quale sono nate specialità culinarie conosciute ed amate in tutto il mondo.Stavolta vi parliamo della celeberrima delizia al limone, un dolce che seppur relativamente "giovane" ha decretato un pezzo di storia culinaria della fascia costiera tra Napoli e Salerno.La pietanza nasce a Sorrento alla fine degli anni '70 da una formidabile intuizione del pasticciere Carmine Marzuillo. L'artigiano, infatti, volle omaggiare il suo splendido territorio attraverso un rosolio a base di limone che utilizzò per bagnare le sue prelibate creazioni. Fu solo allora che nacque la delizia al limone: una torta preparata con soffice pan di Spagna bagnato con un'essenza a base di limoncello, farcito con crema di limone e ricoperto da un sottile e delicato strato di glassa.Da quel momento il dolce ormai tipico della Costa d'Amalfi e di quella sorrentina non ha avuto rivali diventando un dessert fondamentale per tutti coloro che visitano quei posti meravigliosi ed infinitamente sorpendenti. Ad oggi è servita dalle note pasticcerie sparse nella zona sotto forma di torta o di monoporzione, quest'ultima decisamente più in voga in conseguenza alle piacevoli soste che i numerosi turisti ed appassionati si apprestano a fare dopo lunghe e piacevoli passeggiate.Protagonista è dunque il limone, un frutto sul quale si basa una cospicua parte di economia sia della Costa d'Amlfi che della penisola sorrentina.  Se si approda in quel tratto di costa formidabile ed incredibilmente romantico è necessario assaporare anche una buona delizia al limone altrimenti risulterebbe un viaggio a metà. Lo dicono i fatti, non solo le parole.
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Vincenzo Ugliano 24/06/2019 0

Scoprendo il sartù di riso, specialità partenopea

Si pensa che il nome di questa pietanza derivi dalla parola francese "surtout", l'oggetto sul quale anticamente veniva servito ma c'è chi ipotizza anche che abbia una radice diversa. Potrebbe rifarsi ad un cambiamento in lingua napoletana del termine francese "sor tout" che indica un mantello particolare: il sartù infatti è un timballo di riso ricoperto dal pangrattato.Questa prelibatezza si prepara con riso, ragù, piselli, funghi, provola, salsicce, uova sode ed interiora di pollo. Si diffuse nel 1700 ai tempi di re Ferdinando I di Borbone che dopo il matrimonio con Maria Carolina d'Austria; decise di convocare nella sua corte i Monsù (considerati come l'eccellenza dei cuochi francesi). I maestri d'oltralpe vollero dare un gusto nuovo al riso che non era più di tanto gradito dal popolo napoletano. Il riso in quell'epoca veniva consumato perlopiù come rimedio per gli ammalati, tant'è che veniva consigliato dalla Scuola Medica Salernitana. La scelta dei cuochi francesi risultò molto apprezzata ed in breve tempo il sartù di riso diventò uno dei piatti più apprezzati ed amati sia dal popolo napoletano che dalla corte. Può essere cucinato bianco o rosso (quest'ultimo con ragù) a seconda delle preferenze. Non resta altro da fare che allietare il palato con un buon sartù come tradizione napoletana vuole. 
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Vincenzo Ugliano 19/07/2019 0

Sapore unico: il pane dei Camaldoli

Questo tipo di pane ha una tradizione antichissima e rappresenta sicuramente una delle tante testimonianze appartenenti alla cucina campana ed in particolare a quella napoletana.Noto anche come "pane cafone", l'origine del nome è da ricondursi alla collina dei Camaldoli da cui è possibile ammirare la città di Napoli.La sua forma è rotonda ed una singola pagnotta può arrivare a pesare anche 4kg. Si contraddistingue per la mollica alta ed una crosta molto consistente.Il pane dei Camaldoli si prepara attraverso una sapiente e lunga lavorazione nella quale viene adoperato il lievito di birra in aggiunta alla farina. I tempi di lievitazione si aggirano intorno alle 5 ore e talvolta anche di più.Si procede quindi con un secondo impasto grazie al quale vengono fuori le imponenti forme tonde e dopo un altro periodo di lievitazione le "panelle" sono pronte per essere cotte rigorosamente nel forno a legna. Come molte pietanze e prodotti di cui vi abbiamo parlato negli articoli precedenti, anche il "pane cafone" è annoverato nei P.A.T. (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani) rientrando a far parte della sezione dedicata a "Paste fresche e prodotti di panetteria, pasticceria, biscotteria e confetteria".Cosa aspettate a gustare un pane così buono? "L'oro di Napoli è tutto qui".
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Angelo Petrone 12/08/2019 0

Milza imbottita di Salerno, la ricetta del piatto di San Matteo

Un piatto tipico della gastronomia che appare nelle cucine salernitane, in genere nel periodo di San Matteo: la milza imbottita. Origini che si perdono nei secoli quelle della ''mevza mbuttunata'' che, come tutte le pietanze ''povere'' nasce dalle difficoltà di sostentamento del popolo. E, come spesso accade, è dalle necessità che nascono le  soluzioni, soprattutto quando si parla di mangiare. La ricetta della milza imbottita di Salerno richiede ingredienti semplici. Milza imbottita: gli ingredienti Milza di vitello; prezzemolo; vino rosso; peperoncino; olio; 2 spicchi di aglio; 2 cucchiai di mosto cotto; un pizzico di sale. Procedimento Si elimina il grasso e si effettua un taglio verticale nel centro della milza creando una sacca dove inseriremo prezzemolo, aglio, sale e peperoncino. In un' altra pentola, sufficientemente alta e larga, soffrigeremo 2 spicchi di aglio. Quando l'olio raggiungerà la temperatura giusta aggiungeremo la milza imbottita, il tempo sufficiente all'olio per ''dorarla''. Nel frattempo verseremo aceto e olio, per circa un'ora e mezza (il tempo varia dalla consistenza della milza). Ora non resta che tagliarla a fette, innaffiando ogni striscia con il sugo di cottura. I tessuti spugnosi della milza assorbiranno gli aromi del vino e dell'aceto emanando un profumo intenso e inconfondibile. Un mix di sapori unici ed odori forti inonderanno i tuo sensi, sensazioni difficili da spiegare e comprensibili solo a chi l'ha provata. E a te piace la milza imbottita di Salerno? Facci sapere cosa ne pensi della ricetta, quale ingrediente aggiungeresti e/o che tipo di modifica effettueresti alla preparazione del ''piatto di San Matteo'' per eccellenza.
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Angelo Petrone 09/09/2019 0

Migliaccio, il dolce campano realizzato con il miglio

Scomparso, o quasi, dalla cucina tradizionale contemporanea, il miglio è uno dei cereali più utilizzati nel passato. Una farina povera veniva realizzata da questo prodotto, ma utilizzabile al pari di quella ''tradizionale'' di grano, per la realizzazione dei più diversi piatti. Il migliaccio, ad esempio, è un dolce tipico della tradizione napoletana, frutta di una cucina ''povera'', in grado di reinventarsi anche nelle condizioni di difficoltà e mancanza di cibo.   A Carnevale, ma non solo, il migliaccio compariva immancabilmente sulle tavole partenopee e campane. Un dolce frutto della tradizione antica e che ora viene rivisitato nelle più diverse varianti. La ricetta del migliaccio si basa, oggi, sull'utilizzo del semolino che viene fatto cuocere nel latte con il burro, per poi amalgamarlo con altri ingredienti ''classici' della cucina napoletana come le uova, la ricotta, oltre allo zucchero. La preparazione è discretamente lunga, ma il risultato non vi deluderà. Il migliaccio è un dolce corposo, unico per gusto e consistenza. L'aggiunta di una scorza d' arancia rende il sapore più caratteristico, ma per rendere il migliaccio napoletano più profumato è consigliabile aggiungere anche la furtta candita o l'uva passa. Lo stesso vale per la ricotta di pecora che può essere sostituita a quella ''classica''. Insomma le varianti sono tante e la fantasia di chi prepara il dolce può sbizzarrirsi nell'aggiunta degli ingredienti. E voi, come lo preparate il migliaccio napoletano?
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