Specialità provenienti dalle regioni italiane
29 articoli nella categoria Specialità campane
Vincenzo Ugliano 25/10/2018 0
Scopriamo il formaggio Carmasciano: una specialità tutta campana
Sull'Appenninno Campano, più precisamente nei Comuni irpini di Rocca San Felice, Guardia Lombardi e Frigento viene prodotto un pregiatissimo tipo di formaggio pecorino: il Carmasciano. La denominazione trae origine dall'omonima frazione di Rocca San Felice che si chiama appunto Carmasciano. Il latte adoperato per la produzione delle forme proviene da pecore in via d'estinzione di razza laticuada (letteralmente pecora dalla coda larga) o bagnolesi. Peculiarità del territorio, infatti, sono prorprio i pascoli ovini che mangiano l'erba nell'area della misteriosa ed affascinante valle d'Ansanto ove si trova il lago composto da acque sulfuree detto anche Mefite. È chiaro quindi che le proprietà organolettiche del pecorino di Carmasciano dipendono moltissimo non solo dall'eccezionalità delle razze ovine presenti in zona ma anche dalle ricchezze naturali site in questi magnifici luoghi. Il Carmasciano è riconoscibile per la sua crosta marrone con un sapore unico e delicato. L'odore è tipico di latte, erba ed essenze floreali. La stagionatura può variare dai 3 ai 24 mesi. Al momento esistono soltanto cinque aziende produttrici per circa 2000 forme l'anno. Non è difficile immaginare, perciò, un prezzo importante per ogni kg di Carmasciano. Nel 2015 è stato presentato all'Expo di Milano ottenendo un forte consenso dagli estimatori. Si tratta dunque di un "unicum terriotriale"da scoprire ed assaporare: un motivo in più per visitare anche le straordinarie bellezze paesaggistiche dell'Alta Irpinia.
Leggi tuttoVincenzo Ugliano 10/11/2018 0
Dalla provincia di Salerno con amore: il mallone
Il mallone è un piatto che affonda le proprie radici in una tradizione molto antica. Esso veniva preparato soprattutto nel salernitano, più precisamente nella zone di Bracigliano, Siano e nella Valle dell'Irno. Si tratta di una pietanza contadina a base di diverse erbe spontanee che venivano raccolte in alta quota. Generalmente vi si aggiungeva il pane reffermo accompagnato da patate lesse.Da un po'di anni a questa parte l'antica ricetta è stata riscoperta e diverse sono le sagre estive della provincia salernitana che lo ripropongono (ristoranti compresi).Una delle tappe obbligate per i buongustai è sicuramente la "sagra del mallone braciglianese" che si svolge nel mese di agosto nel territorio di Bracigliano (SA).La ricetta odierna non si discosta poi molto da quella antica: il misto di erbe, infatti, viene mischiato con le foglie di cime di rapa, patate grumose, olio d'oliva ed un pizzico di peperoncino. Il tutto viene servito solitamente in un tegame. Una delle varianti più frequenti è la pizza fritta col mallone: parliamo di un impasto semplice di granoturco impanato che anticamente si cuoceva sotto la cenere rovente dei focolai domestici ma anche più semplicemente in padella, facendo soffriggere il tutto con olio d'oliva.Come già spiegato in precedenza, la ricetta è strettamente legata ai paesi di diffusione e perciò il mallone non è un elemento predominante della cucina regionale campana: un motivo in più quindi per scoprirlo ed apprezzarlo nella sua gustosa genuinità.
Leggi tuttoVincenzo Ugliano 11/12/2018 0
Gli struffoli napoletani
Gli struffoli caratterizzano un'importante tipicità napoletana e nel periodo di Natale vengono preparati praticamente ovunque in Campania.Venduti in pasticcerie e panetterie ma anche preparati in casa come da tradizione, gli struffoli costituiscono un elemento fondamentale che si può trovare in ogni famiglia specialmente al Sud Italia e rappresentano perciò il dolce per eccellenza dei ricchi pranzi e delle cene natalizie. Questi dolcetti piccolissimi non sono altro che gustosissimi pezzetti di pasta dalla forma tondeggiante preparati con uova, farina, zucchero, burro, liquore all'anice ed un po' di sale: le palline di pasta vengono poi fritte nell'olio e successivamente, una volta raffreddate, viene versato del miele per addolcirle.Per conferire un "tocco visivo" alla portata si servono in piattini e generalmente si decorano con i "diavulilli" (piccolissimi confetti di zucchero variopinti). Possono essere anche cotti al forno per evitare di friggerli. Non è ben chiara l'etimologia della parola struffolo ma si pensa che derivi dal greco “strongoulos” (arrotondato).In altre regioni italiane assumono nomi diversi: in Abruzzo, Molise ed Umbria vengono denominati "cicerchiata" ma sono serviti principalmente nel periodo di carnevale. In Puglia dolci simili assumono altri nomi come "sannacchiudere" (Taranto) e "purcedduzzi" (in Salento).A Palermo invece hanno il nome di "pignoccata" o "pignolata", quest'ultima diffusa anche nel territorio calabrese.
Leggi tuttoVincenzo Ugliano 20/12/2018 0
La pizza cilentana, pietanza antichissima
La pizza cilentana viene preparata in tutto il Cilento e nella zona del Vallo di Diano. Ha un'origine contadina e rispecchia a pieno la tradizionalità del territorio in cui ha avuto origine. Questa pizza si differenzia da quella napoletana in quanto viene cotta nella teglia con lo stesso impasto che si usa per preparare il pane.I condimenti adoperati sono aglio, basilico, olio DOP del Cilento, salsa di pomodoro e formaggio caprino grattugiato. La salsa viene cotta a parte attraverso un soffritto di cipolla in olio EVO.Varie sono le sagre dedicate a questa pietanza che si tengono in Cilento: tra le più famose spicca sicuramente quella di Giungano che solitamente si svolge nel mese di agosto.Una variante interessante è la pizza fritta che viene condita praticamente allo stesso modo di quella cotta in teglia. Piatto unico dal sapore semplice che rispecchia un territorio bellissimo, misterioso e selvaggio. Vietato non gustarla, parola di Scoutmenu.
Leggi tuttoVincenzo Ugliano 11/01/2019 0
Polpi alla Luciana: alla scoperta di una tipicità napoletana
Si tratta di una pietanza che nasce nel celeberrimo borgo Santa Lucia, un rione molto importante a Napoli per la sua vicinanza al mare. Secondo alcune fonti la ricetta dei polpi alla luciana è attribuita alla tradizione marinara dei pescatori della zona. I molluschi vengono cotti in una teglia di terracotta o in una pentola di rame assieme al pomodoro, all'aglio, ai capperi e alle olive di Gaeta ed a fine cottura si condiscono con prezzemolo tritato e pepe. Nel tempo si sono diffuse anche altre varianti per quanto riguarda gli ingredienti e la modalità di cottura. Esistono due modi per servire i polpi alla luciana: o come antipasto oppure accompagnandoli alla pasta (e quindi sotto forma di primo piatto).Si dice che i pescatori li facessero cuocere nell'acqua che attingevano direttamente dal mare nel momento in cui li pescavano senza aggiungerne dell'altra, da qui il famoso detto 'O purpo se coce int' all'acqua soja' (Il polpo si cuoce nella sua acqua).
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