La Food Delivery: un fenomeno in crescita costante - Scoutmenu

La Food Delivery: un fenomeno in crescita costante

Negli ultimi anni sono state lanciate moltissime startup innovative per favorire la consegna di cibo a domicilio, un business in continua espansione.

Vincenzo Ugliano 27/03/2019 0

Grazie all'ausilio della tecnologia il food delivery si è affermato anche in Italia e le statistiche parlano chiaro.
Secondo alcune fonti il settore totalizza solo nel nostro Paese circa 2 miliardi di euro l'anno, considerando che nel resto del mondo il servizio vale circa 83 miliardi.
Cifre impressionanti che sono destinate a crescere ulteriormente ed infatti si prevede un'espansione nei prossimi cinque anni del 3,5% l'anno fino a che il mercato non si consoliderà per poi giungere ad un livello di stabilizzazione.
La prima azienda importante è nata nel 2001 in Danimarca ed in seguito si è sviluppata una concorrenza notevole in molte zone del pianeta.
In Italia le città dove il servizio di consegna del cibo a domicilio funziona maggiormente sono sicuramente Milano e Roma.
Tantissime sono le startup minori che cercano di proporre interessanti alternative ai colossi che negli anni si sono consolidati in questo campo: si punta infatti alla personalizzazione dei servizi, all'ampliamento degli orari di consegna e soprattutto all'attenzione verso trend ecologisti e salutisti.
Un'attenzione particolare è rivolta anche alla consegna dei piatti preparati in casa e non al ristorante.
Molte sono state le polemiche che hanno scosso l'opinione pubblica per quanto riguarda l'aspetto occupazionale. Non esiste al momento uno schema unico in tal senso per tutte le aziende e tendenzialmente c'è chi usufruisce di una rete di fattorini (riders) e chi delega direttamente i ristoranti associati alle varie piattaforme facendo sì che le attività si muniscano di una "rete personale" di addetti preposti alla consegna.
Nell'ultimo anno in Italia anche la politica ha cominciato a concentrarsi per regolamentare meglio gli aspetti contrattuali che coinvolgono i cosiddetti riders.
Non esistono dati ufficiali ma sicuramente sono moltissimi i giovani che in Italia e all'estero sono impegnati in questo tipo di attività lavorativa che si può inquadrare nella "gig economy" (l'economia dei lavoretti saltuari che si effettuano in attesa di impieghi più stabili).


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Ersilia Cacace 22/04/2020

Coronavirus: digitalizzazione e ristorazione

Ad oltre 40 giorni dall’inizio della quarantena è arrivato il momento di tirare le somme sul futuro prossimo.

Mentre in tutta Italia il lockdown ha arrestato bruscamente l’economia generale, concedendo però il delivery alle attività ristorative, in Campania è stata invece imposta la chiusura dal governatore Vincenzo De Luca. Gli atteggiamenti del governo campano non sono del tutto condannabili, in quanto c’è stata una situazione improvvisa alla quale non si sapeva come porre rimedio: esempio  lampante è costituito dalla serie di provvedimenti presi di volta in volta, come il lockdown prolungato di 15 giorni ogni 15 giorni, altrimenti (molto probabilmente) sarebbe stata una strage.

C’è anche da dire che il clima ci ha aiutato tantissimo (fortuna nella sfortuna), uno dei motivi per cui c’è stata differenza nelle gestione del virus con il Settentrione. L’avvicinarsi della bella stagione ha fatto la sua parte, così come la reciproca collaborazione tra cittadinanza e strutture sanitarie. Checché se ne dica, l’Italia ha rappresentato in questi mesi un esempio virtuoso a livello mondiale.

Certo, tutto molto lodevole fin qui.

Ma ora? Quali saranno le direttive del nostro governo? Quali saranno le strategie adottate per risollevare l’economia ormai morente della nostra nazione dopo un arresto così drammatico?

Dopo questo stop forzato, ci saranno vari step (le cosiddette “fasi”) che permetteranno alle diverse aziende, di volta in volta ed in maniera graduale, di riprendere la loro attività. Fabbriche, librerie e cartolibrerie, uffici e solo in coda a tute queste attività si ipotizza la totale riapertura al pubblico da parte delle attività ristorative, per le quali, come abbiamo detto, sono stati presi diversi provvedimenti da regione a regione.

Ma pare che le attività ristorative di tutta Italia, frementi per l’imminente riapertura,  possano finalmente tirare un sospiro di sollievo, grazie alla papabile possibilità di riprendere almeno con il delivery in tutte le regioni, ossia la consegna a domicilio (da non confondere con l’asporto, che al momento non è ancora contemplato). Come tutte le norme che vengono generalmente applicate, si tenterà di verificare quali risultati si possano ottenere, ma ovviamente tutto andrà rivisto strada facendo. La ristorazione offre lavoro a una quantità inimmaginabile di persone (se si volessero conteggiare anche gli impiegati a nero, le principali vittime di questa vicenda).

Quindi ci sarà sicuramente un’impennata del delivery, quasi come se fosse un’evoluzione naturale e necessaria della ristorazione (per dirla in forma darwiniana), ma non si può pensare di sostituire col delivery la food experience, la location, il personale e la convivialità: la ristorazione non era vista come necessità di andare a mangiare, ma come un piacevole momento che si svolge all’interno della cornice ristorativa.

Ed è qui che la digitalizzazione entra in gioco, stravolgendolo, rigirando le carte, ed assumendo un ruolo che fino ad ora sembrava solo opzionale e “faceva figo”.

Ora la digitalizzazione diventa quasi una via obbligata, visto lo stravolgimento sociale che stiamo attraversando, e che ci accompagnerà presumibilmente ancora per molto tempo. La scelta di adottare un menù digitale, che fino a qualche settimana fa poteva apparire come un servizio extra, è diventata improvvisamente necessaria.

Chi oserà più consultare un menù cartaceo all’interno di un’attività ristorativa? Ma ancor prima, quale sarà il modo di ordinare cibo a domicilio se non quello di consultare il menù digitale? Appare chiaro che in questi giorni la maggior parte delle attività, frementi per l’imminente apertura, si stiano attrezzando in questo senso. Piattaforme come Scoutmenu ci hanno visto lungo, cominciando a sviluppare soluzioni digitali per questo settore già da ben 4 anni.

La scelta di possedere un menù digitale, laddove prima risultasse un plus, si rivela ora imprescindibile per affrontare le varie fasi della ripresa economica, sia per il delivery, per l’asporto e soprattutto per il servizio ai tavoli.

Per quanto riguarda le altre misure di sicurezza ed igienico-sanitarie varate in questi giorni dal governo, non potremo non attenerci ad esse, considerando la curva dei contagi una volta entrati nella cosiddetta “FASE 2” e prendere atto delle diverse disposizioni, regolandosi di conseguenza.

Una cosa è certa: da Maggio fino a Dicembre ne vedremo delle belle.

 

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Ersilia Cacace 13/05/2020

Menù digitale: perché sta spodestando il menù classico?

Riaprono ristoranti e bar da lunedì 18 maggio in tutta Italia; le regole stabilite dall'INAIL e l'istituto superiore di sanità sono abbastanza rigide. Principalmente si tiene a tutelare il distanziamento sociale: per ogni cliente si deve prevedere uno spazio di 4 metri quadrati, mentre la distanza tra i tavoli dovrà essere di almeno 2 metri. Ovviamente sarà obbligatoria la prenotazione e non sarà più possibile allestire buffet. Tutti i dettagli sono contenuti nel documento tecnico messo a disposizione dall'INAIL e dall'istituto superiore di sanità per il settore della ristorazione, un settore che viene considerato a rischio di aggregazione medio-alto.

L'utilizzo delle mascherine è necessario per i clienti solo nel momento di pagare alla cassa, per gli spostamenti nel locale e quando ci si reca ai servizi igienici. Devono essere inoltre forniti prodotti igienizzanti per clienti e personale con dispenser anche in più punti della sala. Per quanto riguarda invece le indicazioni di riferimento per lo staff, il personale di cucina dovrà indossare la mascherina negli ambienti condivisi, mentre per il servizio ai tavoli i camerieri dovranno indossare la mascherina per tutto il turno, e se possibile anche i guanti. Potrebbe essere prevista l'installazione di barriere di separazione in ambienti come la zona cassa. Una delle altre grandi novità riguarderà i menù. Infatti è stato indicato di abolire menù classici (cartaceo), che solitamente vengono passati da un cliente all'altro, sostituendoli o con scritte su di una lavagna ma soprattutto con menù digitale, cioè un menù caricato su siti o app. 

L'utilizzo di un menù digitale diventa quindi una scelta che da prima poteva sembrare innovativa, ora sembra la più risolutiva e quasi necessaria. I servizi offerti da piattaforme come Scoutmenu si adattano a diverse tipologie di attività ristorative; l'obiettivo principale è soddisfare le esigenze dei clienti. Infatti alle attività che abilitano la funzione di prenotazione on-line Scoutmenu mette a disposizione un gestionale che permette di ricevere ordinazioni dettagliate e, se richiesto dal ristoratore, pagamenti anticipati.

La piattaforma inoltre permette alle attività di aumentare la propria visibilità nel web.

Come? Molto semplice!

Ci sono delle schede dedicate alle attività che forniscono le informazioni utili al cliente per la sua scelta. Il ristoratore può aggiornare  in qualsiasi momento tutte le informazioni (indirizzo, numero di telefono, menù, foto, prezzi e tanto altro). È anche possibile decidere grazie al gestionale di applicare promozioni in determinati periodi. Nei locali che aderiranno, l'utente potrà prenotare online personalizzando il proprio menù usufruendo anche di sconti che possono variare dal 10 al 50% senza i soliti coupon. La piattaforma inoltre agevola la scelta del locale in base ai piatti che gli utenti desiderano mangiare, senza tradire le aspettative. Per la scontistica vengono utilizzati gli stessi meccanismi utilizzati per prenotare un albergo o un viaggio: più è lontana la data scelta per la prenotazione e maggiore sarà lo sconto concesso. I clienti potranno lasciare un feedback per aiutare la comunity nella scelta. La possibilità di rilasciare valutazioni viene abilitata gli utenti che hanno effettivamente fatto una prenotazione on-line e quindi portato a termine l'esperienza.

Una scelta che per alcuni può sembrare innovativa è invece realtà ben affermata e si potrebbe dire normalità negli altri paesi europei e del mondo già da anni.

Diversi sono i vantaggi soprattutto per i ristoratori: si possono tener presente le preferenze della propria clientela, si ha possibilità di gestire semplicemente le integrazioni e le modifiche, evitando ldi dover dire "no" al cliente per una sua scelta, inoltre si potranno monitorare anche i risultati delle vendite e dei piatti più graditi dai clienti.

Sul piano grafico ed estetico il menù digitale esalta l'offerta ristorativa con immagini che in genere sul menù cartaceo mancano. Questa vetrina virtuale può essere anche inserita nel sito web del locale, o sui social e le app di messaggistica. Il menù digitale aiuta anche nella segnalazione degli allergeni: infatti si può usare la funzione filtro, che mostra unicamente piatti corrispondenti a determinati requisiti soggettivi.

Altro elemento da non sottovalutare è l'esperienza coinvolgente (per chi lo desidera) di condivisione sui social network: ad oggi non esiste cliente che non possegga uno smartphone, quindi la scelta di adoperare un menù digitale per il proprio locale è la scelta più saggia per garantire l'efficienza e l'igiene, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria come questo. Infatti permette ad ogni cliente, seduto al proprio tavolo, di utilizzare solo il proprio smartphone per poter ordinare i piatti che desidera mangiare. 

 

 

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Ersilia Cacace 06/03/2023

Menu digitale: Ristoratori vs digitalizzazione

Fino al 2019 si era ancora abituati a recarsi in un determinato ristorante perché consigliati dall’intramontabile passaparola. Abitudine molto radicata anche quella della scelta dello stesso ristorante, spinti da quella irrinunciabile voglia di comfort zone al punto tale da non voler “rischiare” la strada vecchia per la nuova.  Molto gettonata la scelta del locale che più ammiccava alle nostre voglie tramite foto accattivanti sui social network, rivelandosi spesso e (mal) volentieri deludenti.

Ebbene, negli ultimi tre anni il panorama sul mondo ristorativo è completamente cambiato.

Vuoi o non vuoi, le circostanze degli ultimi tempi hanno spinto tutti, anche i più restii all’utilizzo di pc, tablet e cellulari, ad affacciarsi al mondo digitale, stringendo rapporti sempre più confidenziali con le app di acquisto online, quelle che ti fanno sentire il mondo a portata di click comodamente dal salotto di casa propria.

Questo fenomeno ha colpito non solo il mondo della ristorazione, ma anche tanti altri settori legati al rapporto con pubblico, ad esempio quello dell’abbigliamento.

Colossi mondiali dell’abbigliamento online sono riusciti a convincere anche i clienti più restii all’acquisto di abiti senza prima provarli, creando una vera e propria comfort zone sul sito stesso: guarda quanto vuoi, leggi i dettagli più disparati su un capo, rifletti su tutte le recensioni (testo e foto) degli altri utenti, ordini con un click e se il capo non ti piace lo rendi. 

Anche i più pignoli sono stati affascinati dalla confortevole sicurezza che proviene dal poter osservare, selezionare e scegliere tutto in base alle proprie preferenze, così nel settore dell’abbigliamento anche in quello della ristorazione, grazie a diverse piattaforme digitali che offrono un servizio al cliente a 360 gradi, tutelandolo in ogni fase dell’acquisto. 

Servizi digitali offerti da realtà quali Scoutmenu permettono al cliente di poter ricercare il proprio locale di destinazione in base alle preferenze più specifiche, corrispondendo alla perfezione le aspettative del cliente una volta arrivato al locale, risparmiandogli brutte sorprese.

Le alternative offerte da Scoutmenu sono innumerevoli e, visto anche l’elevato numero di ristoratori che hanno scelto di aderire all’ambizioso progetto, i consumatori hanno la possibilità di scegliere con calma, già da casa e già diversi giorni prima, tutti i piatti da loro preferiti, in base a gusto personale, allergie, intolleranze e scelte alimentari.

Su Scoutmenu nulla è lasciato al caso: non solo il cliente può scegliere i piatti, ma selezionare il ristorante che preferisce visionando anche le foto dei piatti che vuole prenotare; può scegliere quanto allontanarsi da casa, selezionando il ristorante in base alla geolocalizzazione; può scegliere quanto spendere, ricercando il locale in base al budget.

Ultimo ma non ultimo, il menù digitale può essere utilizzato anche ai tavoli al posto del classico menu cartaceo, che va finalmente eliminato, abbattendo così i costi del continuo rifacimento, salvaguardando anche la natura.

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