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Ersilia Cacace 06/02/2024 0

Pizza napoletana vs pizza contemporanea: la grande sfida

Pizza napoletana e pizza contemporanea: queste due tipologie di pizza negli ultimi anni sono state messe continuamente a confronto, criticate ed amate dai cultori della pizza.

Ma innanzitutto bisogna specificare cosa s'intende per pizza napoletana e per pizza contemporanea.

La pizza napoletana non è altro che la strafamosa pizza classica, rotonda, sottile, morbida (da non confondere con la pizza romana che è molto simile nell'aspetto ma decisamente più scrocchiarella); vede la luce, ufficialmente, negli ultimi anni dell'Ottocento, grazie al grande successo ottenuto dalla pizza dedicata alla regina Margherita. Pomodoro, mozzarella, basilico e un filo d'olio: i colori della bandiera italiana trasferiti su un disco di pasta.

Speifichiamo che non è questo il momento in cui viene inventata la pizza, ma quello in cui avviene un vero e proprio exploit che la rende così famosa e apprezzata non solo dal popolo da da ogni fascia della società (già prima esistevano pizza come la marinara, con pomodoro, olio e origano).

Questa pizza segue un vero e proprio disciplinare, istituito dall'AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana), al cui interno sono indicati i parametri per l'esecuzione della pizza napoletana DOC, ad esempio il peso del panetto, il diametro del disco di pasta e così via. 

Nei primi anni del decennio scorso vediamo la nascita di un nuovo stile di pizza, non solo nella forma ma anche nella sua preparazione: la cosa che più salta ad occhio, e che subito la pone come "antagonista" della vecchia scuola è il suo cornicione alto ed alveolato, che le fa prendere il simpatico nome di pizza "canotto".

La pizza contemporanea porta una vera e propria rivoluzione nel mondo pizza: ai più, in un primo momento,suscita una forte critica perché lontana dall'amata pizza tradizionale. La maggior parte dei pizzaioli si schiera immediatamente in difesa della tradizione, prendendo le distanze da quei pochi che invece si buttano in questa nuova avventura.

E hanno fatto bene, perché negli anni successivi si è visto un vero e proprio boom di questo nuovo modo di concepire e fare pizza.

Il grande merito apportato dalla pizza contemporanea è sicuramente quello di aver introdotto all'interno della pizzeria prodotti di qualità di gran lunga superiore rispetto a quanto si facesse fino a poco prima con la pizza napoletana: la novità non stava solo nella nuova forma data alla pizza, ma soprattutto nello studio e nella realizzazione di nuovi impasti, più digeribili, con lievitazioni più lunghe, e con l'utilizzo di prodotti ricercati, a km zero, accostati in maniera "gourmet", cioè in modo che potessero riprodurre sapori nuovi, più elaborati e più vicini al mondo della ristorazione.

Infatti non sono stati pochi i pizzaioli, napoletani e contemporanei se così possiamo definirli, che si sono avvalsi della consulenza di chef di alto calibro per la realizzazione dei topping per le pizze dei loro menu

Menu che poi pian piano son diventati stagionali, rispettando il ciclo naturale dei prodotti dell'orto, abolendo sempre più prodotti in scatola, conservati e surgelati.

Una grande rivoluzione, in meglio, non solo per la pizza contemporanea ma anche per la napoletana; quest'ultima infatti, quasi come per "fronteggiare" l'attacco nemico, decide di mettersi sui libri: restare ancorati alla tradizione sì, ma perfezionando tutto ciò che poteva essere migliorato (lievitazione, idratazione, digeribilità, qualità degli ingredienti e accostamenti più originali oltre ai soliti classici).

Ebbene, proprio quando sembrava che la pizza contemporanea avesse ormai surclassato la pizza napoletana, ecco che succede l'imprevedibile: alcuni pizzaioli fedelissimi alla contemporanea decidono di proporre nelle loro pizzerie anche la versione "a rota e' carretta", a ruota di carro, ovvero quella loro stessa pizza stesa però alla napoletana, a bordi bassi. 

Succede che i clienti, anche quelli totalmente assuefatti dalla contemporanea, quasi immemori dell'esistenza della pizza alla napoletana, vengono tentati dal riprovare quella pizza a cui erano tanto affezionati fino a una decina d'anni prima ma rivoluzionata, più digeribile e più variabile nella sua proposta.

Un successo che probabilmente nemmeno gli stessi pizzaioli che hanno dato vita a questo revival si aspettavano, e che ha visto il pullulare di nuove apertura di pizzerie "alla napoletana" in un panorama campano (più casertano e un po' meno partenopeo) a prevalenza contemporaneo.

Dunque, quale sarà adesso la prossima evoluzione della pizza? Potremmo dire che grazie a questo forte recupero della napoletana, la partita si trova attualmente sul'1 a 1, ma chi vincerà questa sfida?

Ai posteri l'ardua sentenza; noi nel frattempo ci gustiamo una pizza, ma non importa se sia con o senza bordi, l'importante è che sia buona!

Ersilia Cacace

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Ersilia Cacace 07/04/2021 0

Pizza parigina: la ricetta

Pizza parigina: oggi vi proponiamo la ricetta con pasta sfoglia da realizzare a casa!

Una delle pizze più amate è indubbiamente lei, nel mare magnum della proposta tipica della cucina campana: una base realizzata con impasto per pizza, pomodoro, mozzarella e prosciutto cotto come ripieno, il tutto ricoperto da pasta sfoglia. Nelle vetrine delle pizzerie dei vicoli di Napoli è impossibile non notarne la presenza!

Amata non solo a Napoli ma in tutta Italia, la pizza parigina è veramente molto semplice da realizzare: noi vi diamo la ricetta, a voi il compito di realizzarla!

Per l'impasto per pizza potete tranquillamente utilizzare la ricetta base per pizza napoletana fatta in casa cliccando qui!

 

INGREDIENTI per una teglia standard da forno

- 1 base per pizza

- 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare

- 300 g di prosciutto cotto

- 250 g di fior di latte o provola

- 300 ml di passata di pomodoro

- sale.q.

- olio EVO q.b.

 

 

PIZZA PARIGINA: PREPARAZIONE

Innanzitutto prepariamo la base per pizza e il sugo di pomodoro: lo poniamo in una ciotola aggiungendo un filo d'olio e salando a piacere. Mettiamo la base per pizz ain una teglia precedentemente oleata o foderata con carta forno e iniziamo a mettere tutti gli ingredienti partendo da quello più asciutto, quindi dal prosciutto cotto, poi la mozzarella tagliata a fettine e infine la passata di pomodoro

Abbiamo optato per la classica forma rettangolare, ma è possibile realizzarla anche rotonda utilizzando una base per pizza ed una teglia di forma circolare.

Per richiudere il tutto, poniamo la pasta sfoglia al di sopra del ripieno, unendo le estremità della sfoglia con quelle della base per pizza, formando una sorta di bordino che possiamo sigillare anche aiutandoci con una forchetta.

Ricordiamoci di bucherellare la pasta sfoglia per evitare che durante la cottura possa gonfiarsi ed esplodere.

Poniamo in forno statico preriscaldato a 200° per circa 30 minuti (la cottura è molto soggettiva: se gradiamo una cottura più avanzata, la lasceremo cuocere almeno 10 minuti in più).

La nostra pizza parigina è pronta! Lasciamo assestare giusto qualche minuto e poi serviamo!

Vi aspettiamo alla prossima ricetta!

 

Ersilia Cacace

 

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Ersilia Cacace 23/03/2021 0

Crocchè di patate: la ricetta

Crocchè di patate: come non amarli? Il crocchè è uno dei simboli dello streetfood, soprattutto napoletano: camminando per i vicoli di Napoli, è impossibile non sentirne l'odore ad ogni angolo delle strade, belli caldi e fumanti nelle vetrine delle rosticcerie o delle pizzerie. Compagnia indissolubile del crocchè, la frittatina di pasta e l'arancino di riso, l'allegro terzetto che fa da antipasto spezzafame in attesa della pizza.

Come per ogni ricetta che vi proponiamo, realizzare i crocchè di patate a casa è davvero molto semplice! Di seguito vi lasciamo una ricetta da seguire passo passo e da condividere con chi amate oppure,  meglio ancora, con chid ovrà prepararveli!

 

INGREDIENTI 

- 1 kg patate (preferibilmente a pasta bianca, perché sono più farinose)

- 2 uova intere

- 2 albumi

- 200 g mozzarella

- 150 g prosciutto cotto

- 30 g pecorino

- 30 g parmigiano

- prezzemolo q.b.

- olio di arachide q.b.

- pepe q.b.

- pangrattato q.b.

- farina q.b.

 

 

CROCCHÉ DI PATATE: PREPARAZIONE

 

Iniziamo la preparazione dei nostri crocchè di patate lessando le patate con tutta la buccia, poi le scoliamo, peliamo e schiacciamo ponendole in una grossa ciotola lasciando raffreddare.

Una volta raffreddate, condiamo le patate con sale, prezzemolo tritato, parmigiano e pecorino. Aggiungiamo le due uova intere e continuiamo a mescolare amalgamando il tutto. Intanto tagliamo la mozzarella, che deve essere ben asciutta prima di essere unita alle patate.

É arrivato il momento di formare i nostri crocchè! Prendiamo un pugno di patate e formiamo un incavo nel palmo della mano, aggiungendo i cubetti di mozzarella e di prosciutto cotto, quindi chiudiamo su se stesso donandogli una forma cilindrica. Disponiamo i vari crocchè su di un vassoio.

Passiamo alla fase dell'impanatura: per essere perfettamente sigillante, disponiamo in tre piatti rispettivamente la farina, gli albumi e il pangrattato. Procediamo all'impanatura passando ogni crocchè secondo quest'ordine nella farina, negli albumi e infine nel pangrattato. Una volta impanati, riponiamo il vassoio in frigo per circa 3 ore.

Ora siamo pronti per la cottura! Quando l'olio è bello bollente, iniziamo a friggere pochi pezzi alla volta (altrimenti la temperatura dell'olio si abbasserebbe eccessivamente), lasciamo dorare per un paio di minuti e poniamo su un piatto con carta assorbente.

Prima di servire, potete cospargere i vostri crocchè con un pizzico di sale!

Per altre ricette sia dolci che salate potete visitare il nostro BLOG!

 

Ersilia Cacace

 

(photo credit: @cucinandomelagodo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ersilia Cacace 01/03/2021 0

Come riscaldare la pizza a casa: tre consigli da non perdere

Come riscaldare la pizza a casa: un vero e proprio dramma dell’ultimo anno, soprattutto causa Covid e ripetute di “apri-chiudi” delle pizzerie per mano dello stato.

Soprattutto al sud, dove vige un vero e proprio culto per la pizza del sabato sera (ma non solo), il problema del pizza-delivery che spesso comporta l’arrivo di una pizza tiepida o fredda è diventato un vero è proprio problema. Al punto da scoraggiare molti dall’ordinare pizza a domicilio, preferendo altre due opzioni: o prepararla da sé a casa, o non ordinarla proprio.

Ma perché rinunciare alla pizza quando ci si può fare furbi?

Ci sono diversi accorgimenti che vi possono permettere di goderne anche tra le confortevoli mura domestiche, senza rimpiangere poi così tanto la pizza mangiata al tavolo (che senza dubbio resta di gran lungo più goduriosa, e non tanto per il calore quanto per la tenuta dell’impasto e del topping).

 

COME RISCALDARE LA PIZZA A CASA? Ecco tre consigli fondamentali che cambieranno il vostro modo di consumare la pizza a domicilio!

 

 

 

1)    Farsi trovare col forno già acceso: ebbene si, basta davvero una piccola attenzione. Se si sa che il rider arriverà alle 21, basta accendere il forno a circa 200° almeno 15/20 minuti prima della consegna, e riporre direttamente le pizze coi cartoni (se si tratta di cartoni di origine 100% vegetale e quindi non inquinanti). Se la vostra pizza è arrivata un po’ più umida e volete asciugarla, basterà riporla in una teglia o direttamente sulla griglia del forno, in modo tale da darle una perfetta asciugatura anche sul fondo.

 

2)    Farsi consegnare i topping salati a parte: se avete mai provato a riscaldare la pizza a casa, avrete notato che topping come il prosciutto crudo tendono logicamente a cuocere e a diventare davvero immangiabile, sia per il sale eccessivo sia per la pessima tenuta in post cottura. Già diverse pizzerie si sono attrezzate in questo senso, fornendo in un contenitore a parte i condimenti salati da aggiungere solo dopo aver rigenerato la pizza a casa propria, in modo tale da non andare ad intaccare la resa finale. Facile no? Se la vostra pizzeria di fiducia ancora non ha pensato a questo stratagemma, non esitate a farne richiesta o a suggerire questa accortenza!

 

3)    Amante della pizza croccante? Riscaldala in padella: se preferisci una pizza dalla base croccante, che sia la classica napoletana o la focaccia, puoi utilizzare la padella per riscaldarla! Andrà bene anche una semplice piastra. Basterà riporre la fetta o il trancio sulla padella leggermente preriscaldata e coprire qualche minuto con un coperchio. La pizza si manterrà morbida ma si formerà un fondo leggermente croccante, molto godibile al morso!

 

 

Mai più senza pizza, mi raccomando! Non mi resta che augurarvi buon appetito!

Se ti va invece di farla a casa, leggi alcune delle ricette presenti sul nostro BLOG!

 

Ersilia Cacace

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Ersilia Cacace 14/10/2020 0

Pizzette fritte con prosciutto cotto e mozzarella

Pizzette fritte con prosciutto cotto e mozzarella: le avete mai provate?

Come ormai saprete, noi di Scoutmenu ci divertiamo a deliziarvi di settimana in settimana con gustose ricette da replicare facilmente a casa vostra! Pizza in teglia, pizza fritta, montanarina, pizza fritta ripiena, calzoncini: le varianti per la via del gusto sembrano davvero infinite!

La proposta di questa settimana è davvero di semplice realizzazione, e ve la sveliamo in pochi passi! Armatevi di carta e penna o semplicemente condividete questo articolo con chi amate, o meglio...con chi dovrà prepararvele!

 

INGREDIENTI per circa 6/8 pizzette

– impasto per pizza (per la preparazione potete seguire la ricetta della pizza fritta che abbiamo già postato)
– mozzarella
– prosciutto cotto
– olio d’oliva
– basilico
– olio per friggere

 

PIZZETTE FRITTE CON PROSCIUTTO E MOZZARELLA: PROCEDIMENTO

Dopo aver preparato l'impasto, dividetelo in piccole palline, poi procedete a stendere ogni pallina di impasto con un matterello formando tanti piccoli dischi. Su una metà dei dischi disponete il prosciutto cotto e la mozzarella (tagliata e fatta colare prima) senza avvicinarvi troppo al bordo. Bagnate leggermente il bordo e andate a chiudere aiutandovi con una forchetta o premendo con le punte delle dita.

Mentre preparate tutte le pizzette, mettete abbondante olio per friggere in una padellina: quando sarà ben caldo, immergente la prima pizzetta che pian piano inizierà a gonfiarsi. Quando saranno belle dorate, potete poggiarle su un piatto o un vassoio foderato con carta assorbente.

Le vostre pizzette con prosciutto cotto e mozzarella sono pronte! Per chi preferisce una versione light, si può procedere a disporle in un ruoto antiaderente e a cuocerle in forno!

Fateci sapere se la ricetta vi è piaciuta lasciando un commento!

 

Ersilia Cacace

 

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Ersilia Cacace 12/08/2020 0

Pizza fritta napoletana: dalle origini ai giorni nostri

La pizza fritta è uno dei cibi "simbolo" della cultura napoletana. Amata in tutte le versioni e in tutte le salse, la pizza fritta viene preparata in qualsiasi occasione dell'anno e gustata in qualsiasi momento della giornata. Se la pizza è il simbolo gastronomico di Napoli riconosciuto in tutto il mondo, la pizza fritta è una specialità partenopea che fa tornare alla mente gli anni difficili del dopoguerra e la creatività del popolo napoletano.

Seppur diffusa anche nel Lazio meridionale e in alcune zone di Puglia e Toscana, l’origine napoletana della pizza fritta non è in discussione. Alla fine della seconda Guerra mondiale la tradizionale pizza rotonda a Napoli era diventata quasi un lusso: mancavano gli ingredienti per condirla e soprattutto i forni a legna, molti dei quali andati distrutti nei combattimenti per liberare la città. Così si pensò di friggere nell’olio bollente l’impasto, che si gonfiava e dava la sensazione di maggiore sazietà. Oggi la pizza fritta si farcisce con salumi, polpette, provola o friarielli, ai tempi ci si metteva dentro tutto quello che si aveva a disposizione, soprattutto ricotta, che arrivava dalle campagne a buon mercato, e i “ciccioli”, pezzi di grasso di maiale scartati dai tagli pregiati.

Scavando negli archivi storici della gastronomia napoletana, si trova già un nobile parente della pizza fritta. Infatti nel Cinquecento il poeta Giovanni Battista del Tufo parlava delle zeppolelle, croccanti delizie di pasta lievitata che uscivano dalla friggitoria cosparse di miele. Il passo alla versione salata fu breve: baccalà, pesce azzurro e alici furono i primi companatici, come riporta il duca Ippolito Cavalcanti nel suo trattato Cucina teorico-pratica del 1837.

In origine veniva anche chiamata “a ogge a otto”, perché veniva spesso comprata a credito e pagata la settimana successiva. Negli anni del dopoguerra, di solito la pizza fritta veniva preparata direttamente in casa dai pizzaioli nel loro giorno di riposo, per arrotondare le entrate. Poteva capitare anche che il pizzaiolo preparasse l’impasto e intanto la moglie lo friggesse, per vendere poi la pizza fritta appena fuori dall’uscio di casa. Le famiglie dei pizzaioli abitavano di solito nei “bassi”, caratteristici monolocali dal soffitto basso e dall’ingresso direttamente sulla strada.

Con il passare del tempo la pizza fritta divenne una creazione tipicamente femminile: erano le donne a curarne tutta la preparazione e a friggerla e venderla fuori dalle case con banchetti e tegami che fanno parte della memoria storica della città di Napoli. La scesa più famosa che ci ha regalato il cinema è quella di una procace Sophia Loren, venditrice di pizza fritta, che nel film L’oro di Napoli, diretto da Vittorio De Sica nel 1954, grida “Mangi oggi e paghi fra otto giorni”. Sullo sfondo, uno spaccato di vita quotidiana, che in certe vie di Napoli si può rivivere: il sapore della pizza fritta, nelle pizzerie specializzate, rimane quello di un tempo. 

Dopo questo ripasso su storia e tradizioni, direi di passare subito alla ricetta per poterle preparare a casa!

 

INGREDIENTI

farina 00 430 g
acqua 260 g
lievito di birra disidratato 7 g
sale 10 g

ricotta di bufala 400 g
mortadella a cubetti 120 g
salamino piccante a cubetti 120 g
basilico 16 foglie
mozzarella fiordilatte 120 g

olio di arachidi 2,5/3 l

 

PIZZA FRITTA: PROCEDIMENTO

Nella ciotola di una planetaria munita di gancio metti il lievito di birra, aggiungi l’acqua e aziona la macchina, unendo a pioggia metà della farina e il sale. Appena il composto si sarà amalgamato, unisci a pioggia la restante farina e impasta fino a incordare il composto; quando si sarà attorcigliato attorno al gancio e staccato completamente dai lati della ciotola, ribalta l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e lavoralo per un paio di minuti e infine dividilo in 4 pezzetti del peso di circa 175 g l’uno. Dai pezzetti forma 4 palline e sigilla per bene il fondo di ognuna di esse, pizzicando la pasta con le dita; disponile su una placca foderata con carta forno e lasciale lievitare nel forno spento per 2 ore e mezza. Nel frattempo, trita la mozzarella e mettila in un colino per far scolare il siero in eccesso, poi schiaccia la ricotta e ammorbidiscila con 1 o 2 cucchiai di acqua per renderla cremosa.

Quando le palline saranno lievitate, stendile sul piano di lavoro leggermente infarinato con l’aiuto di un matterello fino a formare dei cerchi che abbiano una circonferenza di 30 cm. Disponi al centro dei cerchi di pasta 100 g di ricotta stando lontano dai bordi di almeno 3 cm; aggiungi per ciascuno 60 g di mozzarella e 4 foglie di basilico fresco spezzettato con le mani. In due di essi unisci 60 g di mortadella a cubetti ciascuno e negli altri due 60 g di salamino piccante a cubetti ciascuno. Chiudi le pizze fritte sovrapponendo i lembi della pasta e andando a formare una mezzaluna, sigilla bene i bordi schiacciandoli con i polpastrelli.

 Scalda l’olio di arachide in un tegame piuttosto largo, che possa contenere ben distesa una pizza fritta (circa 40 cm di diametro) fino ad arrivare ad una temperatura di 175°. Prendi dalle estremità la pizza fritta e allungala di qualche cm, poi adagiala nell’olio accertandoti che abbia raggiunto un'alta temperatura e ricoprila continuamente di olio bollente con l’aiuto di un mestolo, rendendo la doratura uniforme. Dopo un paio di minuti, gira la pizza sull’altro lato e continua la frittura, poi a doratura avvenuta, scolala su un piatto foderato di carta assorbente e friggi le altre 3 allo stesso modo. 
Le nostre pizze fritte sono pronte! Gustale ancora belle calde!
 
Visita il nostro BLOG per scoprire altre gustose ricette!
 
 
 

Photo credit: Gino Sorbillo - Pizzeria Sorbillo 

 

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Ersilia Cacace 22/07/2020 0

10 curiosità sulla pizza che (forse) non conoscete

In una scatola quadrata, dalla forma rotonda, si fa in triangoli per chi la gusta: la pizza è il piatto italiano più conosciuto in tutto il mondo.

Cinque milioni: è questo il numero di pizze che vengono sfornate ogni giorno nel nostro Paese. Se poi proviamo a moltiplicare quel numero per 365, si lievita alla cifra record di un miliardo e mezzo di pizze sfornate ogni anno. Pizza è la parola italiana più pronunciata e conosciuta all’estero, prima ancora di cappuccino, spaghetti ed espresso; rappresenta l’orgoglio del Made in Italy ed è stata ufficialmente riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.    

Pur avendone mangiate tante nella nostra vita, possiamo dire di sapere tutto sulla pizza? Ecco le 10 curiosità che probabilmente non sapete!

 

Chi ha inventato la pizza? Probabilmente è stata un’invenzione egiziana di nome “pita”. Furono loro la prima popolazione a scoprire il segreto della lievitazione. Nel 4.000 a.C. è nato il primo vero forno, proprio lungo le sponde del fiume Nilo. Gli egiziani erano grandi mangiatori di pita, ma anche grandi bevitori di birra; furono tra i primi a creare l’abbinamento pizza/birra. Parliamo di bene 4500 anni fa.


Come veniva preparata una pizza? In principio, veniva utilizzato il farro. I saraceni importarono le pizze di farro per la prima volta in provincia di Napoli, per la precisione a Torre del Greco. Il farro fu sostituito poi con il grano, e venne successivamente condito con aglio e olio. Il pomodoro arrivò molto più tardi, ovviamente dopo la scoperta dell’America: infatti le prime pizze rosse risalgono al Settecento.
 
Qual è la pizza più antica? La pizza più antica è la marinara. Infatti è la pizza che raccoglie tutti gli ingredienti utilizzati fino ad allora: pomodoro, aglio, origano, olio extravergine d’oliva. Contrariamente a ciò che si può pensare, il nome non è legato al pesce, bensì al fatto che era il piatto che mangiavano i pescatori una volta rientrati in porto.

 

Qual è la più antica pizzeria? La più antica pizzeria fu aperta a Napoli nel lontano 1738, si chiama “Port’Alba” e serviva per rifornire gli ambulanti che andavano in giro per la città. Quasi un secolo dopo, fu la prima anche ad offrire tavoli e sedie per i propri clienti, tra cui spiccano nomi come Gabriele D’Annunzio, re Ferdinando di Borbone, Francesco Crispi e Benedetto Croce.

 

Quando nacque la prima Margherita? La prima Margherita nacque nel 1830, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito con la moglie Maria Giovanna Brandi realizzò una pizza in onore della regina Margherita, che chiese espressamente di poterne mangiare una durante una visita a Napoli. Il ragazzo ne preparò tre varianti: una era stata ispirata dai colori della bandiera italiana, la bianca mozzarella, il rosso pomodoro e il verde basilico. Visto l’enorme successo riscosso in quell’occasione, prese il nome della regina.

 

Quali sono le caratteristiche della pizza napoletana? Esiste un vero e proprio disciplinare che specifica come debba essere eseguita una vera pizza napoletana, stilato dall’AVPN “Associazione verace pizza napoletana”. La pizza deve essere cotta in un forno a legna, non deve essere mai stesa con il mattarello, e non deve superare i 3 millimetri di spessore al centro. Inutile precisare che gli ingredienti con cui viene realizzata debbano provenire soltanto dall’Italia.

Quanto può arrivare a costare una pizza? La più costosa del mondo si chiama “Luigi XIII” e costa la bellezza di 8.300€. Ad inventarla è stato il pizzaiolo di Agropoli Renato Viola. Ha un diametro di 20 centimetri, l’impasto deve lievitare 72 ore, è condita con mozzarella di bufala dop, sale rosa australiano, caviale, aragosta, gamberoni e champagne a fiumi.

 

Chi mangia più pizza al mondo? Contrariamente a quanto si potrebbe credere, non siamo noi italiani a possedere questo primato. A batterci ci sono gli americani, con oltre 13 kg di pizza a persona all’anno: il doppio di quella mangiata da noi, che deteniamo la medaglia d’argento con 7,6 kg pro capite.

 

La pizza fa bene o male? La pizza è un alimento che nasce povero, ma con ingredienti semplici e genuini: carboidrati, fibre, proteine e grassi, in un equilibrato rapporto tra loro, fanno sì che la pizza possa essere considerato un pasto completo. Inoltre alcuni anni fa sono state presentate tre pizze, buone da mangiare e terapeutiche: sono Vita, Tiresia ed Eracle. La prima è pensata per le donne che aspettano un bambino, la seconda stimola il metabolismo e l’ultima è ideale per chi fa sport in quanto stimola il reintegro di proteine, vitamine e sali minerali.

 
Qual è la pizza più lunga del mondo? Il Guinness dei Primati è stato battuto nel 2016 dai pizzaioli napoletani, che hanno realizzato sul lungomare Caracciolo una pizza lunga ben 1,8 km.

 

Se l’articolo vi è piaciuto, vi invitiamo a visitare la nostra sezione blog!

 

Photocredit: Dylan Bertolini Fotografo per "La contrada di Tony" Pozzuoli (Na)

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Ersilia Cacace 15/07/2020 0

Pizza fiocco: storia, ricetta e preparazione

La Pizza Fiocco è la pizza più copiata degli ultimi anni. Diverse sono le versioni proposte da pizzaioli e pizzerie, ma la ricetta originale è solo una, quella del maestro pizzaiolo Roberto Susta, della pizzeria Sustable di Volla (che in molti ricorderanno col nome di Shekkinah).

La ricetta originale, secondo il maestro Susta, prevede una base pizza con panna, prosciutto cotto, patate schiacciate, mozzarella, olio e pepe. Molti invece, nel riproporre tale pizza nei loro menù, sono passati a definire Fiocco la pizza con panna, prosciutto cotto, mozzarella ma crocché (interi o a pezzetti) al posto delle patate lesse.

Abbiamo chiesto a Roberto la ricetta originale della pizza da lui ideata per darvi la possibilità di poterla preparare anche a casa vostra! Logicamente, partiremo dalla preparazione della pizza fatta in casa, che verrà poi farcita secondo la ricetta della vera pizza Fiocco.

 

PIZZA FIOCCO: INGREDIENTI

 

Ricetta pizza fatta in casa:

-       1kg farina

-       600 g acqua

-       20 g lievito di birra

-       20 g zucchero

-       20 g olio

-       20 g sale

 

Per la farcitura:

-       1 confezione Panna da cucina

-       300 g mozzarella

-       4 patate

-       Formaggio grattugiato q.b.

-       Pepe q.b.

-       Olio q.b.

-       Pan grattato q.b.

-       200 g prosciutto cotto

 

 

PIZZA FIOCCO: PROCEDIMENTO

 

In una ciotola, versare la farina, l’olio, lo zucchero, l’acqua a una temperatura di 35° C e infine il sale. Impastare energicamente a mano o in una planetaria per circa 15 minuti. Lasciar lievitare per circa 3 ore.

Nel frattempo, lessare le patate; una volta cotte, lasciar raffreddare e condirle con olio, sale e pepe.

Quando l’impasto sarà lievitato, ungere una teglia di circa 30 x 40 cm e stendervi l’impasto. Spennellare un po’ d’olio e infornare per una quindicina di minuti in forno preriscaldato statico a 200°.

Una volta pronta, estrarre la pizza dal forno e condirla prima con la panna, poi con la mozzarella tagliata a cubetti, il prosciutto cotto. Schiacciare le patate lesse direttamente sulla pizza, aggiungere un filo d’olio, formaggio grattugiato, pepe e pan grattato. Infornare per altri 20 minuti a 200°, e lasciar cuocere finché le patate non assumeranno un colore dorato.

La nostra pizza Fiocco è pronta!

 

Se la ricetta vi è piaciuta, date un’occhiata alla nostra sezione BLOG!

 

Photo credit: Dylan Bertolini fotografo

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Ersilia Cacace 17/06/2020 0

Pizza napoletana in padella di Davide Civitiello

Durante la quarantena causa Covid-19, praticamente in ogni casa italiana ci si è messi con le mani in pasta per preparare la pizza homemade. Il perché è ovvio: noi italiani proprio non sappiamo rinunciare alla pizza: quindi ci siamo adeguati ed arrangiati in casa, attendendo con ansia la riapertura delle pizzerie. Adesso che finalmente sono riaperte, capita però di avere ancora quella voglia di stare a smanettare ai fornelli o di impastare per on perdere la manualità acquisita in questi mesi, che ha dato anche una certa soddisfazione. Ma il tempo ovviamente si è ridotto: abbiamo ripreso a lavorare, e i tempi per lunghe lievitazioni ed infornate non c'è più. Inoltre, si ha di nuovo la possibilità di condividere le serate assieme ad amici e parenti, e quindi è più alta la possibilità di visite improvvisate.

Cosa prepariamo in caso di emergenza? Qui ci viene in aiuto uno dei pizzaioli napoletani più famosi al mondo, Davide Civiliello, che ci propone la sua ricetta per una buona pizza napoletana in padella. Scopriamo subito come prepararla!

(In fondo all'articolo trovate il link alla videoricetta)

 

INGREDIENTI  x12

- 1 l di acqua

- 50 g di sale

- 2 g di lievito fresco

- 1 kg di farina 00 (I)

- 600 g di farina 00 (II)

- 15 g di zucchero semolato

- 50 g di olio evo (extravergine d'oliva)

 

PIZZA NAPOLETANA IN PADELLA: PROCEDIMENTO

In una grossa bacinella versiamo l'acqua, il sale, lo zucchero e iniziamo a sciogliere mescolando. Iniziamo ad aggiungere il primo kg di farina nell'acqua e i 2g di lievito fresco, che vanno aggiunti assieme alla farina e mai col sale e con l'acqua fredda: finalmente possiamo iniziare a mescolare il tutto. L'aggiunta dello zucchero non favorisce la lievitazione, ma ci aiuta solo nella colorazione dell'impasto durante la cottura.

Aggiungiamo i 50g di olio, e dopo un po' aggiungiamo anche la restante parte di farina (600g). Appena l'impasto ci sembrerà abbastanza solido, possiamo spostarci su un piano da lavoro. Lavoriamo l'impasto a due mani finchè non otteniamo un composto liscio, uniforme ed elastico, aggiungendo sempre un pizzico di farina sul banco per poter continuare ad impastare evitando che il composto si appiccichi. L'impasto deve essere lavorato per almeno 20 minuti a mano, per far sì che la maglia glutinica sia bella rigida e ci permetta di far lievitare bene il nostro panetto. Una volta liscio e corposo, copriamo il panetto con un canovaccio umido e lo lasciamo riposare per circa 40 minuti.

Dopo 40 minuti, siamo pronti per la stagliatura: con le mani sporche di farina, creiamo vari filoni dal nostro impasto, e creiamo panetti dello stesso peso per avere pizze uguali (vi suggeriamo l'uso della bilancia). Con 1l d'acqua otteremo dalle 8 alle 12 pizze da circa 250g: le copriamo con un panno umido o le mettiamo in un contenitore e lasciamo riposare 8/12 ore.

Trascorse le 12 ore, accendiamo prima di tutto il forno in modalità grill alla massima temperatura, poi accendere anche il fuoco sotto la padella. Fase molto importante per la pizza napoletana in padella è la stesura: dobbiamo sempre spingere, a mani incrociate, dal centro verso il bordo, in modo tale che l'aria si sposti verso il cornicione. 

Per condire usiamo pomodoro pelato, fior di latte, parmigiano, basilico e olio extravergine d'oliva. Poniamo prima il disco sulla padella, poi la condiamo e una volta terminato il procedimento poniamo un coperchio. La cottura prevede 2 minuti in padella a fuoco medio e 1 minuto e mezzo in forno a grill. 

La nostra pizza napoletana in padella è pronta! Aggiungiamo un filo d'olio a crudo e poniamo in un piatto.

Fateci sapere se la ricetta vi è piaciuta!

Trovate il video completo sul canale YouTube Italia Squisita

 

 

 

 

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Ersilia Cacace 13/05/2020 0

Menù digitale: perché sta spodestando il menù classico?

Riaprono ristoranti e bar da lunedì 18 maggio in tutta Italia; le regole stabilite dall'INAIL e l'istituto superiore di sanità sono abbastanza rigide. Principalmente si tiene a tutelare il distanziamento sociale: per ogni cliente si deve prevedere uno spazio di 4 metri quadrati, mentre la distanza tra i tavoli dovrà essere di almeno 2 metri. Ovviamente sarà obbligatoria la prenotazione e non sarà più possibile allestire buffet. Tutti i dettagli sono contenuti nel documento tecnico messo a disposizione dall'INAIL e dall'istituto superiore di sanità per il settore della ristorazione, un settore che viene considerato a rischio di aggregazione medio-alto.

L'utilizzo delle mascherine è necessario per i clienti solo nel momento di pagare alla cassa, per gli spostamenti nel locale e quando ci si reca ai servizi igienici. Devono essere inoltre forniti prodotti igienizzanti per clienti e personale con dispenser anche in più punti della sala. Per quanto riguarda invece le indicazioni di riferimento per lo staff, il personale di cucina dovrà indossare la mascherina negli ambienti condivisi, mentre per il servizio ai tavoli i camerieri dovranno indossare la mascherina per tutto il turno, e se possibile anche i guanti. Potrebbe essere prevista l'installazione di barriere di separazione in ambienti come la zona cassa. Una delle altre grandi novità riguarderà i menù. Infatti è stato indicato di abolire menù classici (cartaceo), che solitamente vengono passati da un cliente all'altro, sostituendoli o con scritte su di una lavagna ma soprattutto con menù digitale, cioè un menù caricato su siti o app. 

L'utilizzo di un menù digitale diventa quindi una scelta che da prima poteva sembrare innovativa, ora sembra la più risolutiva e quasi necessaria. I servizi offerti da piattaforme come Scoutmenu si adattano a diverse tipologie di attività ristorative; l'obiettivo principale è soddisfare le esigenze dei clienti. Infatti alle attività che abilitano la funzione di prenotazione on-line Scoutmenu mette a disposizione un gestionale che permette di ricevere ordinazioni dettagliate e, se richiesto dal ristoratore, pagamenti anticipati.

La piattaforma inoltre permette alle attività di aumentare la propria visibilità nel web.

Come? Molto semplice!

Ci sono delle schede dedicate alle attività che forniscono le informazioni utili al cliente per la sua scelta. Il ristoratore può aggiornare  in qualsiasi momento tutte le informazioni (indirizzo, numero di telefono, menù, foto, prezzi e tanto altro). È anche possibile decidere grazie al gestionale di applicare promozioni in determinati periodi. Nei locali che aderiranno, l'utente potrà prenotare online personalizzando il proprio menù usufruendo anche di sconti che possono variare dal 10 al 50% senza i soliti coupon. La piattaforma inoltre agevola la scelta del locale in base ai piatti che gli utenti desiderano mangiare, senza tradire le aspettative. Per la scontistica vengono utilizzati gli stessi meccanismi utilizzati per prenotare un albergo o un viaggio: più è lontana la data scelta per la prenotazione e maggiore sarà lo sconto concesso. I clienti potranno lasciare un feedback per aiutare la comunity nella scelta. La possibilità di rilasciare valutazioni viene abilitata gli utenti che hanno effettivamente fatto una prenotazione on-line e quindi portato a termine l'esperienza.

Una scelta che per alcuni può sembrare innovativa è invece realtà ben affermata e si potrebbe dire normalità negli altri paesi europei e del mondo già da anni.

Diversi sono i vantaggi soprattutto per i ristoratori: si possono tener presente le preferenze della propria clientela, si ha possibilità di gestire semplicemente le integrazioni e le modifiche, evitando ldi dover dire "no" al cliente per una sua scelta, inoltre si potranno monitorare anche i risultati delle vendite e dei piatti più graditi dai clienti.

Sul piano grafico ed estetico il menù digitale esalta l'offerta ristorativa con immagini che in genere sul menù cartaceo mancano. Questa vetrina virtuale può essere anche inserita nel sito web del locale, o sui social e le app di messaggistica. Il menù digitale aiuta anche nella segnalazione degli allergeni: infatti si può usare la funzione filtro, che mostra unicamente piatti corrispondenti a determinati requisiti soggettivi.

Altro elemento da non sottovalutare è l'esperienza coinvolgente (per chi lo desidera) di condivisione sui social network: ad oggi non esiste cliente che non possegga uno smartphone, quindi la scelta di adoperare un menù digitale per il proprio locale è la scelta più saggia per garantire l'efficienza e l'igiene, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria come questo. Infatti permette ad ogni cliente, seduto al proprio tavolo, di utilizzare solo il proprio smartphone per poter ordinare i piatti che desidera mangiare. 

 

 

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